Elezioni Marche 2020, il dilemma della data. Luglio o ottobre?

Il governatore uscente Ceriscioli spinge per la scelta estiva

Tempi più sereni: Ceriscioli e Mangialardi prima dell’era Covid

Tempi più sereni: Ceriscioli e Mangialardi prima dell’era Covid

Pesaro, 9 maggio 2020 - Luglio od ottobre? Questo il dilemma relativo alla data per le elezioni regionali sul quale si arrovella il centrosinistra marchigiano. L’ultima riunione di maggioranza di due giorni fa non ha messo un punto fermo seppur spingendo verso l’ipotesi autunnale. Molto più dura la posizione dei consiglieri regionali in carica che del voto in estate non vogliono sentir parlare. In mezzo il governatore Luca Ceriscioli che ha fatto un ragionamento semplice lasciando aperte le due ipotesi. La questione è di fatto semplice, secondo il presidente: se il virus lo consentirà si potrà votare a luglio, mentre nel caso di aumento dei contagi si slitta a ottobre. Lasciare solo l’ipotesi di ottobre, con gli scienziati che immaginano una nuova ondata Covid proprio in quel periodo, significherebbe non andare proprio a votare.  

Ma tra consiglieri e numerosi partiti l’unica soluzione resta quella di ottobre. Perchè, seppur senza alla fine prendere una decisione finale, durante l’incontro di maggioranza Italia Viva, Verdi e Articolo 1 hanno esplicitamente chiesto di andare all’autunno, con il Pd nel guado anche se disponibile a questa ipotesi. Senza dimenticare che a livello romano sono in tanti a gradire proprio ottobre: dal M5s al Pd fino a Forza Italia, quindi dall’attuale maggioranza di Governo fino all’opposizione. Tutto questo mentre altre regioni, Veneto, Liguria, Puglia e Campania spingono per luglio.  

E fin qui il ragionamento sulla data. Ma dall’incontro è emerso anche un altro problema, o meglio è tornata a galla la vicenda sul candidato che deve rappresentare il centrosinistra dopo che Ceriscioli ha deciso di fare un passo indietro (sarà vero?). Se il Pd ha deciso che il candidato è Maurizio Mangialardi, il resto della coalizione non ha ancora ufficializzato nulla visto che le trattative sono state interrotte dalla pandemia.

E su questo punto si inserisce Italia Viva, che dopo aver osteggiato la ricandidatura di Luca Ceriscioli non gradisce pienamente neanche quella di Mangialardi. E dopo il summit dell’altra sera prende posizioni. "La salute dei cittadini marchigiani era e rimane la priorità, così come garantito dalla nostra Costituzione", ma "visto che qualche interesse particolare e di bandiera è inspiegabilmente posto in primo piano per anticipare il voto regionale al prossimo mese di luglio, ci chiediamo con tutta serenità come il centrosinistra intenderá riprendere la discussione politica nella nostra regione che risulta essere tra le più colpite in assoluto".  

«Le Marche oggi risultano profondamente cambiate – continuano da Italia Viva –, l’emergenza economica e sociale è dilagante e ci apprestiamo a una stagione turistica con grandi punti interrogativi. Noi crediamo che tutti gli sforzi da qui alla fine dell’estate debbano essere spesi per il bene dei marchigiani, per le nostre imprese, per le nostre scuole, le nostre università, i nostri cittadini e la nostra vita sociale. Se ci saranno in mezzo le elezioni regionali, crediamo sia ora di ragionare su proposte e programmi di rilancio per il nostro tessuto economico, per una rinnovata visione in campo sanitario, per efficaci piani per il turismo e di decidere una volta per tutte il candidato del centrosinistra, considerato che al momento non esiste fra partiti alcun accordo in merito".