Elezioni Marche 2020, Mazzarella "Largo a turismo e infrastrutture"

Giuseppe Mazzarella (Confartigianato): "Porti, aeroporti, ferrovie: i collegamenti sono del tutto inefficienti. Va rivisto l’ intero sistema dell’accoglienza"

Giuseppe Mazzarella

Giuseppe Mazzarella

Ancona, 13 settembre 2020 - Giuseppe Mazzarella è il presidente di Confartigianato Imprese Marche, che conta circa 20mila associati tra le imprese a cui si sommano altri 30mila pensionati. Presidente partiamo dai temi fondamentali: 5 punti da affrontare subito? "Partiamo dal turismo, che non significa prendere in considerazione il singolo albergo o l’affittacamere ma riguarda un intero sistema di accoglienza a partire dalla qualità delle strutture fino ad arrivare all’offerta integrata di proposte innovative. Abbiamo tantissime opportunità ma anche occasioni perse da recuperare. Poi c’è il tema delle infrastrutture: porti, aeroporti, ferrovie, in particolare la linea Roma-Falconara in molti tratti obsoleta. Il collegamento con la Capitale è inefficiente riguardo il trasporto pubblico, in pullman ci vogliono 5 ore partendo dal capoluogo mentre in A14 due ore e mezza. Così si resta isolati". L’isolamento di cui parla si riflette anche sull’economia? "Certo, con un danno soprattutto per le micro imprese che nella nostra regione sono oltre il 95% e contano meno di dieci dipendenti. Ci sono aree di crisi complessa che interessano molti distretti nelle Marche, dal calzaturiero nell’area di Fermo e Ascoli all’elettrodomestico nel fabrianese. A Pesaro va meglio per il settore del mobile ma oggi nessun settore è immune alla crisi, fatta eccezione forse per il chimico farmaceutico. Da qui gli altri temi che i candidati regionali non possono ignorare". Quali sono? "Puntare sul commercio diffuso, di prossimità, piccole botteghe anche nelle aree interne e temporary shop per infondere nuova linfa al mondo retail profondamente colpito dalla crisi. Il commercio può essere un veicolo di attrazione turistica nei territori. E poi c’è il tema forte dell’internazionalizzazione che così proprio non va". Cosa serve per l’export? "Serve un progetto di lungo respiro che coinvolga l’intero sistema produttivo regionale. Una volta la Regione supportava di più le piccole imprese nel processo di export e internazionalizzazione anche con un accompagnamento alle più importanti fiere di settore. Eventuali aiuti e finanziamenti devono essere mirati, non a pioggia, e rapportati alle dimensioni delle nostre imprese che come dicevo prima nella stragrande maggioranza dei casi sono molto contenute. Auspico anche che ai tavoli regionali ci sia una maggiore rappresentanza delle piccole imprese". Un messaggio ai politici? "Vorrei che si impegnassero davvero a portare avanti un tema, uno alla volta, ma in maniera strutturata. Rischiamo di perdere il 35-40% delle nostre imprese nei prossimi mesi, ci chiediamo tutti cosa succederà quando finirà la cassa integrazione. Il mondo imprenditoriale ha davvero bisogno di essere ascoltato".