Fine vita, presentato ricorso al Tar: "La delibera dell’Emilia Romagna è illegittima"

L’istanza di Forza Italia e 15 associazioni, tra cui la Papa Giovanni XXIII, notificata ai giudici amministrativi

Valentina Castaldini, capogruppo in Regione per Forza Italia, aveva da tempo annunciato il ricorso contro la delibera sul fine vita: questa mattina la comunicazione dell’avvenuta notifica alla cancelleria del Tar

Valentina Castaldini, capogruppo in Regione per Forza Italia, aveva da tempo annunciato il ricorso contro la delibera sul fine vita: questa mattina la comunicazione dell’avvenuta notifica alla cancelleria del Tar

Bologna, 11 marzo 2024 – Il ricorso al Tar contro la delibera sul suicidio assistito della Regione è stato notificato ai giudici amministrativi questa mattina da parte di Forza Italia e quindici associazioni di area cattolica (tra queste la Papa Giovanni XXIII, il Forum delle famiglie e delle associazioni famigliari, Scienza e vita e il Movimento per la vita italiano).

Lo rende noto Valentina Castaldini, capogruppo regionale per FI, assistita da un pool di nove avvocati che hanno redatto documento di 53 pagine in cui si chiede al Tar dell’Emilia-Romagna l’annullamento della delibera e degli atti amministrativi collegati.

Atti che sono considerati "illegittimi e nulli" secondo il ricorso, che verrà ora depositato entro 30 giorni ma senza richiesta di sospensiva, visto che non c’è "l’imminenza di un danno", come chiarisce Castaldini.

Questo significa che, al momento non c’è stata nessuna richiesta di adire al suicidio assistito, se ci fosse la capogruppo azzurra annuncia che verrà immediatamente chiesta la sospensiva della delibera. I tempi per la prima udienza si prospettano piuttosto lunghi.

Il ricorso ruota fondamentalmente intorno a tre cardini, come viene chiarito: la carenza di potere, in quanto la delibera attiva una legge che non esiste; non attua nessun diritto al suicidio assistito, ma pone l’accento sulla non punibilità e invita il Parlamento a legiferare; affida al Corec (il Comitato regionale per l’etica nella clinica, istituito dalla Regione, ndr) anziché ai Cet (i Comitati etici territoriali, emanazione del Comitato bioetico nazionale) il vaglio delle richieste di suicidio assistito.

Con questa scelta la Regione, secondo Castaldini, "si sta allontanando sempre di più dalla sentenza della Corte costituzionale e dal parere del comitato nazionale di bioetica".

Marta Evangelisti di Fd’I fa notare come "una questione come il fine vita non si può liquidare con una semplice procedura: occorre un dialogo costante con il progresso medico e scientifico. Come Fratelli d’Italia restiamo in attesa del parere che abbiamo richiesto all’avvocatura dello Stato, certi che verrà riconosciuta l’incompetenza della Regione a decidere nel merito".

Intanto è iniziato nell’Assemblea legislativa il dibattito sulla legge sul fine vita: in commissione Politiche per la salute ha preso il via l’iter relativo alle due proposte di legge sul tema.

Si tratta della proposta di legge di iniziativa popolare dell’associazione Luca Coscioni e della proposta della consigliera del Movimento 5 Stelle, Silvia Piccinini. I due progetti sono stati accorpati e la commissione ha nominato relatrice di maggioranza la consigliera Pd Marilena Pillati. Non è stato invece indicato alcun relatore di minoranza perché per il centrodestra, come anticipato, il provvedimento legislativo è di carattere nazionale.

Ad oggi, ha ricordato Luca Baldino, direttore generale dell’assessorato Sanità, le modalità con cui la Regione ha applicato la sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale sono state, attraverso atti amministrativi, l’istituzione del Comitato regionale per l’etica nella clinica e l’invio di "istruzioni tecnico-operative" alle Ausl sull’iter della richiesta del fine vita per il malato.