Fine vita, i vescovi dell’Emilia Romagna: “Sconcertati dalla proposta, l’eutanasia non è la soluzione”

Netto rifiuto dei religiosi al suicidio assistito: “Il valore della vita umana si impone da sé, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia”. Bonaccini: “Siamo convinti di fare una scelta giusta”

Fine vita, i vescovi si oppongono alla decisione dell'Emilia Romagna: l'eutanasia non è la soluzione

Fine vita, i vescovi si oppongono alla decisione dell'Emilia Romagna: l'eutanasia non è la soluzione

Bologna, 1 marzo 2024 - Il giorno dopo la conferma, da parte dell'Emilia Romagna, del percorso sul fine vita, fanno sentire la loro voce i vescovi della regione, riuniti in assemblea a Roma, dove si trovano per la Visita ad Limina. E senza mezzi termini si dichiarano sconcertati: "La proposta della Regione Emilia Romagna di legittimare con un decreto amministrativo il suicidio medicalmente assistito, con una tempistica precisa per la sua realizzazione (l'iter di 42 giorni, ndr), presumendo di attuare la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, sconcerta quanti riconoscono l'assoluto valore della persona umana e della comunità civile volta a promuoverla e tutelarla".

"La soluzione non è l'eutanasia"

"Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione - sottolineano i vescovi in una nota - e il nostro netto rifiuto verso questa scelta di eutanasia, ben consapevoli delle dolorose condizioni delle persone ammalate e sofferenti e di quanti sono loro legati da sincero affetto. Ma la soluzione non è l'eutanasia, quanto la premurosa vicinanza, la continuazione delle cure ordinarie e proporzionate, la palliazione, e ogni altra cosa che non procuri abbandono, senso di inutilità o di peso a quanti soffrono". "Gli sviluppi della medicina e del benessere consentono oggi cure nuove e un significativo prolungamento dell'esistenza - si legge in un passaggio della nota della Conferenza episcopale regionale (Ceer) - Si profila così la necessità di modalità di accompagnamento e di assistenza permanente verso le persone anziane e ammalate, anche quando non c'è più la possibilità di guarigione, continuando e incrementando l'ampio orizzonte delle 'cure', cioè di forme di prossimità relazionale e mediche". I vescovi sottolineano che "il valore della vita umana si impone da sé in ogni sua fase, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia. Proprio lì la società è chiamata ad esprimersi al meglio, nel curare, nel sostenere le famiglie e chi è prossimo ai malati, nell'operare scelte di politiche sanitarie che salvaguardino le persone fragili e indifese, e attuando quanto già è normato circa le cure palliative".

La risposta di Bonaccini

"Abbiamo grandissimo rispetto per le opinioni della Cei, ma noi siamo convinti di fare una scelta giusta. Soprattutto perché recepisce una sentenza della Corte Costituzionale. In ogni caso, siamo disponibili al confronto ogni volta che serve", replica a distanza il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.