Sciopero del 24 novembre: in Emilia Romagna un minuto di silenzio per Giulia

Otto ore di astensione dal lavoro per tutte le categorie, tranne il pubblico impiego e i trasporti. Cgil e Uil: “Legge di bilancio ingiusta”

Nuovo sciopero venerdì 24 novembre proclamato da Cgil e Uil

Nuovo sciopero venerdì 24 novembre proclamato da Cgil e Uil

Bologna, 22 novembre 2023 – Cgil e Uil tornano a scioperare venerdì 24 novembre (otto ore a seconda dei turni) anche in Emilia-Romagna. Poi, lunedì 27 a Bologna si fermerà ancora il trasporto pubblico. Sono coinvolti nella protesta tutte le categorie, tranne il pubblico impiego, i lavoratori della conoscenza e dei trasporti, che hanno già incrociato le braccia venerdì scorso. In regione, le manifestazioni si terranno in 6 città: Bologna, Ferrara, Cesena, Modena, Parma e Piacenza. A Bologna l'appuntamento è per le 9 in piazza XX Settembre, poi il corteo sfilerà le vie del centro e terminerà in piazza Santo Stefano, evitando però di passare sotto le Due Torri. Nessuna protesta, invece, è prevista a Reggio Emilia, che festeggia il patrono, San Prospero, e dove venerdì scorso c'è stato lo stop di tutti i settori.

Le manifestazioni si apriranno tutte con minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin e le altre donne, oltre cento, che quest'anno sono state vittime di femminicidio. "Non proporremo un minuto di rumore, che adesso è la forma di protesta più diffusa – dice il segretario regionale della Cgil, massimo Bussandri – perché le nostre piazze saranno già molto rumorose, e quindi è più efficace osservare un minuto di silenzio".

Tante le istanze che i sindacati poteranno in piazza, e che segretari regionali della Cgil Bussandri, e della Uil, Marcello Borghetti, hanno illustrato. "Una tra tutte - dice Borghetti - quella dei salari, che si sta trasformando un’emergenza drammatica e lo stesso vale per le pensioni". "Protestiamo contro una legge di bilancio ingiusta, sbagliata, dannosa per le persone che noi rappresentiamo, che disegna un'idea regressiva di Paese e che utilizza 16 miliardi di extradeficit per una serie di risposte che servono solo a mascherare i fallimenti di questo governo", aggiunge Bussandri.

L'elenco dei provvedimenti che non convincono i sindacati è lungo: si va dalla riforma delle pensioni "peggiore della legge Fornero", "all'attacco alla sanità, alla scuola, ad una riforma fiscale per i ricchi". "Da emiliano romagnoli – chiosa Bussandri - notiamo che non c'è un solo euro in più in questa legge di bilancio per i risarcimenti alle popolazioni alluvionate".

Dura è anche la replica al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che venerdì scorso ha precettato i lavoratori dei trasporti per 4 ore. “L’attacco al diritto di sciopero che è partito dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, prima della nostro sciopero del 17 novembre ha rappresentato il momento più basso della storia repubblicana", dice Bussandri. "Fra l’altro nei documenti si legge che una delle motivazioni della precettazione è il rischio che lo sciopero avesse un’adesione alta - aggiunge - Il governo, quindi, esprime esplicitamente l’idea che gli unici scioperi che sono consentiti sono quelli che falliscono e questo è vergognoso", prosegue. Per Bussandri "questi attacchi al diritto di sciopero sono il preludio ad una serie di attacchi a tutti i diritti dei lavoratori".

Lunedì 27 novembre, inoltre, "ci sarà un altro sciopero dei lavoratori dei trasporti indetto dai sindacati autonomi, rispetto ai quali non si prefigura per il momento nessun atto di precettazione, che noi in ogni caso non esiteremmo a condannare", aggiunge Borghetti. Per Cgil e Uil "c’è una chiara strategia del governo che è quella di colpire i diritti sindacali nella misura in cui vengono esercitati a livello di massa. Si vuole mettere la sordina a chi in Italia critica e vuole portare avanti un pensiero alternativo".

Per il momento non c’è stata alcuna reazione da parte dell’esecutivo. "Credo che il governo starà ancora qualche giorno fermo ad attendere di vedere come si completeranno gli scioperi che coinvolgeranno le regioni del Sud il 1 dicembre", conclude Borghetti per il quale "il governo farebbe bene a convocarci e a cambiare il metodo di confronto, perché quello dei mesi scorsi è stato un confronto di facciata".