Abitare in Appennino, al via il progetto: ecco come vivere nei borghi in Emilia Romagna

Un’ex studentessa Unibo, tornata a vivere a Campolo (Bologna), vincitore del bando e destinatario dei fondi Pnrr, racconta la sua esperienza: come riattivare la montagna con una cooperativa di comunità

Rocchetta Mattei sull'Appennino bolognese (foto dal sito della Regione Emilia Romagna)

Rocchetta Mattei sull'Appennino bolognese (foto dal sito della Regione Emilia Romagna)

Bologna, 11 marzo 2023 – Sono tante le persone, soprattutto i giovani, che dopo la pandemia hanno cambiato prospettiva di vita. In tanti, ad esempio, hanno deciso di abbandonare il ritmo frenetico delle città per abbracciare il mondo delle campagne o quello montanaro. 

È il caso di Diletta Rocca, cresciuta in Appennino bolognese e che per gli studi si è dovuta trasferire a Bologna. Ma la sua scelta, in fondo, una volta laureata, è stata quella di tornare a borgo di Campolo dov’è nata e che è destinatario dei fondi Pnrr rivolti ai borghi. Ecco la sua storia e come il progetto della Regione Emilia Romagna è d’aiuto per riabitare i borghi. 

Campolo, un borgo da riabitare

Immersa nell’Appennino bolognese, il borgo di Campolo è destinato a ripopolarsi grazie ad una cooperativa di comunità. Campolo, insieme a La Scola e Rocchetta Mattei, hanno infatti la possibilità di diventare il simbolo di questa rinascita dei borghi in montagna, non più visti come destinazioni per qualche gita fuori porta ma il luogo dove mettere radici.

Fondi Pnrr per i borghi in Emilia Romagna

Questi borghi hanno la possibilità di diventare un modello di nuovo sviluppo grazie al progetto pilota selezionato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del bando Pnrr-Borghi.

Infatti, tale progetto è stato destinatario di 20 milioni di euro e può puntare così alla riattivazione territoriale e alla rigenerazione culturale, sociale ed economica di un tipico agglomerato di montagna.

Come si vive nei borghi?

Il racconto ci viene fornito da Diletta Rocca che, dopo aver completato gli studi in Filosofia all’Università di Bologna, è tornata a vivere a Campolo, dov’è nata e cresciuta. “Sono tornata a Campolo grazie a un’opportunità di lavoro - racconta-. Ho sempre pensato che la mia laurea mi avrebbe portato a vivere in città e invece la possibilità di lavorare come guida alla Rocchetta Mattei mi ha fatto tornare ad abitare qui, dove vivono anche i miei genitori. Adesso lavoro anche con l’Associazione Sassi Scritti, dove realizziamo festival, eventi, rassegne teatrali per bambini e ragazzi e laboratori di scrittura creativa anche per adulti”.

E prosegue “Vivere qui è bello, io continuo a frequentare anche Bologna ma ogni volta che torno a casa è un po’ come andare in vacanza. La qualità della vita è impagabile, quello che manca sono un po’ la socialità e i momenti ricreativi, per questo noi con l’Associazione cerchiamo di colmare questa lacuna e offrire a chi vive qui delle occasioni di incontro e di svago, occasioni anche di aprirsi, perché a volte le persone che vivono qui sono un pochino chiuse”.

Cosa significa “borgo cooperativo”

L’idea progettuale prevede la gestione di alloggi ad affitto calmierato, la realizzazione di unità residenziali per ospitalità temporanea a giovani famiglie, studiosi, artisti, viaggiatori lenti, pellegrini, nomad workers e la gestione di servizi a supporto delle attività turistico ricettive, con una bottega della Cooperativa di comunità, l’attivazione di un’economia territoriale e spazi comuni rigenerati (come ambulatorio, sportello tele-sanità, sala civica, palestra yoga e fitness).

In questo senso, la cooperativa diventa un nuovo soggetto gestore, collettore degli abitanti, fruitori e imprenditori, presenti e futuri, strumento ideale per offrire in modo organico un insieme di attività fortemente collegate al tessuto sociale del borgo, garantendo elasticità ed efficienza.

“Si è partiti dalla consapevolezza che per ripopolare la montagna sia necessario offrire condizioni di vita adeguate a esigenze nuove, dando allo stesso tempo opportunità lavorative in quei centri che nel corso degli anni si sono svuotati ma che, come Campolo, conservano una struttura urbana sufficientemente capiente per soluzioni abitative flessibili, servizi e opportunità di relazione - spiega Marco Tamarri, responsabile Cultura dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese che sta seguendo molto da vicino il progetto”.

"Abbiamo pensato che fosse possibile affrontare il cambiamento senza omologarsi a un unico modello di sviluppo, ma dando alle persone la possibilità di diventare cooperatore di comunità e di partecipare alla nascita della cooperativa”, racconta Tamarri.

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Borgo cooperativo: un esempio

Tamarri fa l’esempio della guida ambientale, che ha difficoltà a mantenersi con quell’unico lavoro, ma che se se si mette in moto un meccanismo virtuoso in collaborazione con un ristoratore o un albergatore, anch’essi cooperatori, può trovare altri modi di integrare il suo reddito, che non è più concentrato solo su una mono-azione. Questo è il senso della cooperativa.

Pensiamo ancora agli anziani che abitano nel borgo, che possono migliorare la loro vita con una serie di servizi minimali e diffusi, come qualcuno che possa portargli la spesa a casa o recarsi in farmacia a ritirare medicine e ausili, in cambio di un piccolo compenso. Magari con un pulmino, che la mattina viene utilizzato invece per portare i bambini a scuola.

Il borgo cooperativo è una grande sinergia che alza il livello di servizio per tutte le persone che vivono la montagna e al contempo crea opportunità lavorative. E così, c’è molta più probabilità che le persone vi si trasferiscano. 

Quando sarà pronta

Il progetto è ancora all’inizio. Entro il 2023 la cooperativa diventerà operativa e all’inizio del 2024 saranno avviati i primi servizi.

Cosa è stato fatto finora

Si è partiti dall’alloggio. Sono già stati acquisite 26 unità immobiliari da destinare ad affitti calmierati o ospitalità breve, un immobile destinato a struttura ricettiva low cost e servizi alla comunità e un complesso per attività culturali (la Casa dell’Arte e la Scuola Edile e del restauro al Palagio).

In totale, sono stati acquisiti anche 13 ettari di terreni (e altri 2 ettari saranno acquisiti a breve). Questi serviranno per un parcheggio di servizio presso la Rocchetta-Palagio, un’area attrezzata per ciclo-escursionismo e e-bike, un tratto EuroVelo (pista ciclabile inserita nei circuiti europei) e un parcheggio di servizio presso la Scola. In via di realizzazione, inoltre, una pubblicazione dedicata ai percorsi ciclabili da e per Campolo.

I prossimi progetti

Per quanto riguarda la progettazione culturale, sono già state proposte manifestazioni di interesse per la direzione artistica delle attività culturali e per le attività sportive, ed è stata avviata una collaborazione con l’Istituto Professionale Edile di Bologna per l’avvio della Scuola Edile e del Restauro e l’attivazione dei corsi per scalpellini.

All’interno del borgo di Campolo verranno realizzati interventi per riqualificare il patrimonio architettonico e creare una rete economico-sociale, rendendolo più attrattivo verso i giovani, nel vicino insediamento medioevale della Scola e alla Rocchetta Mattei.

Con un investimento di 5,3 milioni di euro saranno realizzati vari tagli di alloggio, per diverse utenze ma privilegiando i giovani residenti, oltre a strutture ricettive dedicate ai turisti. Altri investimenti, con circa 9 milioni, saranno destinati al restauro di altri immobili con funzione culturale, come gli interventi di messa in sicurezza della parte non restaurata della Rocchetta Mattei, il restauro del complesso del Palagio, nei pressi sempre della Rocchetta Mattei, che ospiterà la futura “Scuola di Alta formazione Edile e del Restauro” e la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza di Casa Morandi.

Un altro finanziamento di circa 2 milioni di euro, poi, sarà dedicato alla riqualificazione di spazi pubblici integrati al contesto paesaggistico. Tra gli interventi previsti la realizzazione di una rete di viabilità verde, la sistemazione del Percorso degli Sterpi, la creazione del “Percorso degli Scalpellini” e la riqualificazione energetica.

Infine arti, mestieri e formazione. Si punta dapprima alla valorizzazione del sapere artigianale dell’arte degli scalpellini, con l’attivazione di percorsi formativi per la valorizzazione di questo patrimonio immateriale, fondamentale per garantire continuità alle tecniche costruttive locali. Un investimento di 2,1 milioni sarà dunque destinato alle attività culturali e formative, con l’avvio della citata Scuola di Alta formazione Edile e del Restauro, di una Casa delle Arti con Summer School, residenze artistiche, corsi formazione per tecnici, e festival musicali e letterari diffusi.