NICOLA BIANCHI
Cronaca

Ferrara cardioprotetta, la firma sui 25 defibrillatori: Comune e 118, ‘sì’ ai salvavita

Il sigillo sul progetto: le prime colonnine già dal prossimo mese. Fabbri e Lodi: "Segnale di responsabilità". La soddisfazione dell’Ausl: "Dopo anni di lavoro...". Dal centro città alle frazione: “E presto aumenteremo”

Defibrillatori: ok alla firma. Al centro il sindaco Alan Fabbri

Defibrillatori: ok alla firma. Al centro il sindaco Alan Fabbri

Ferrara, 25 gennaio 2024 – E ci siamo finalmente. Ferrara (con sei sue frazioni) è pronta a indossare la muta di protezione. Il sigillo al progetto ’Città cardioprotetta’ è arrivato ieri alle 11.10 esatte con la firma tra il Comune e il 118.

Tradotto: 25 postazioni, spalmate nei luoghi di maggiore aggregazione e afflusso di persone, con altrettanti defibrillatori a colonnina. Salvavita che un capoluogo da oltre 130mila abitanti (senza le frazioni) ne era totalmente sprovvisto, ad esclusione di qualche teca di privati. "In città – precisa il sindaco Alan Fabbri – c’erano alcune postazioni, ma non erano né coordinate, né soggette a periodica manutenzione. La collettività non sapeva dove fossero e come poter usare i defibrillatori presenti. Grazie a chi ci sta sostenendo e al Comune per aver dato priorità a questo importante progetto".

Sorride soddisfatto il vicesindaco Nicola Lodi uno che, assieme al dirigente Francesco Paparella, ha creduto fortemente nell’obiettivo: "Intitolerei questa giornata – dice – ’la svolta per la vita’. Quello odierno è un segnale di grande responsabilità. Venticinque è un numero bellissimo ma 25 defibrillatori sono pochi. Questa è la base di partenza e nel breve vogliamo andare oltre". Subito l’appello rivolto al mondo imprenditoriale e associazionistico: "Donate un defibrillatore alla città, farlo vuole dire donare vita. Chi fosse interessato, contatti il Comune".

Al suo fianco c’è la collega Cristina Coletti, assessore alle Politiche sociosanitarie: "Con questa firma andiamo a colmare la carenza di dispositivi pubblici salvavita sul territorio. Gli arresti cardiaci non colpiscono solo la popolazione anziana ma possono accadere a chiunque".

Ed ecco l’importanza di questi strumenti: collegati h24 alla centrale del 118, con piastre compatibili anche per le funzioni pediatriche, tutti ’parlanti’ e semplici da utilizzare in caso di emergenza. Saranno posizionati – i primi da febbraio – in piazza Municipale, nel cortile del Castello, nei giardini di viale Cavour, in piazza XXIV Maggio, in via Kennedy, in Galleria Matteotti e in piazza Ariostea. Poi i parchi Coletta, Massari e Bassani; e le mura, nella zona di Porta degli Angeli, Porta San Pietro e Torrione di San Giovanni. Le altre zone sono viale Alfonso I D’Este, l’autostazione delle corriere, Piazzale dei giochi, via Bologna all’altezza della Sacra Famiglia, via Barlaam e nei giardini ex Zenith in via Caldirolo. Infine le frazioni: Porotto, Malborghetto di Boara, Cona, Francolino, Gaibanella e San Bartolomeo.

Fin qui il ruolo dell’amministrazione. Ma se siamo arrivati a ciò, grandissimo merito va allo staff del 118 che dopo anni di porte chiuse e di ’si, vediamo in futuro’ dall’amministratore o sovrintendente di turno, non ha mai mollato la presa. Lo spiega Maurizio Giacometti, responsabile dell’emergenza Ausl: "Per noi oggi è un giorno molto importante, finalmente Ferrara può dare una sferzata nel contrasto all’arresto cardiaco". Un nemico subdolo, devastante, che non bussa quando arriva. "Una sorta di epidemia silenziosa dove la sopravvivenza è molto bassa: dal 5 all’8%. Ma si può migliorare e grazie all’aiuto dei defibrillatori possiamo arrivare al 30% di vite umane salvate". I numeri sono agghiaccianti: in Italia ogni anno in media muoiono 60.000 persone per arresto cardiaco improvviso, in regione oltre 4.000. Nel 2023 sono stati 602 i casi gestiti dal 118 tra Ferrara (178) e provincia, dei quali 43 rianimati (7,14%). Per ogni minuto perso, in caso di mancato intervento, la spia vitale cala tragicamente del 10%.

A proposito di persone che ci hanno sempre creduto, ecco Marco Orioli, responsabile infermieristico del 118, uno dei deus ex machina del progetto. Passeggia per la sala Arazzi del Comune, visibilmente emozionato, prima di prendere la parola: "È un piano al quale stiamo lavorando da anni – dice con orgoglio –. Il defibrillatore, se usato entro i primi 5 minuti in cui si verifica l’arresto cardiaco, triplica la possibilità di sopravvivenza dell’individuo. Questo non è un punto di arrivo ma di partenza, vogliamo trovare altre zone cruciali". Orioli ricorda poi che tutti, in caso di emergenza, possono utilizzarlo, previa chiamata al 118 che teleguiderà il soccorritore: "Dal 2021, – spiega – con la legge denominata ’del buon samaritano’, non servono più corsi per farne uso. Ciascun dispositivo ’parla’, ti dice cosa fare e dopo una prima analisi valuta se azionare una prima scarica". Insomma, dopo il sigillo ora non resta che la prima installazione per iniziare a proteggere il cuore di Ferrara e soprattutto quello di ognuno di noi.