
"Il mio Denis fu allarmato da una telefonata"
Non ce l’ha fatta a partecipare al processo che ha atteso per 33 lunghissimi anni. Ieri Maria Zerbini, 83 anni, la mamma di Donato Denis Bergamini avrebbe dovuto testimoniare davanti alla Corte di Assise di Cosenza, ma non ce l’ha fatta. I legali di parte civile, Fabio Anselmo e Alessandra Pisa hanno consegnato al presidente Paola Lucente il certificato medico che ne attesta l’impossibilità, ieri come in futuro. E’ anziana e non sta bene la mamma del calciatore argentano ucciso il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico, tanto che i suoi avvocati hanno chiesto di acquisire agli atti le dichiarazioni che ha reso nel 1991 in pretura a Trebisacce: sono le poche parole che Maria ha pronunciato pubblicamente sulla tragedia che ha sconvolto la sua famiglia. Il resto lo ha vissuto nel dolore e nella speranza, un giorno, di poter avere giustizia per quel figlio strappatole così presto e in modo brutale.
Una manciata di frasi sull’ultima volta che ha visto il suo Denis vivo, di ritorno dalla trasferta a Monza, il 13 novembre 1989: quel lunedì mattina in cui gli ha preparato la colazione insieme al marito Domizio. E su quella telefonata, la sera stessa, che lo ha gettato nello sconforto, togliendogli la serenità di stare insieme ai famigliari nella sua Boccaleone. "Non ho sentito con chi stava parlando – ha raccontato Maria – ma quando è tornato in casa, lo abbiamo visto rosso in viso. Mia marito gli ha chiesto se avesse caldo e lui si è limitato a rispondere: ’no papà, sono cose mie’ e poi si è rimesso a tavola". Quella telefonata, sei giorni prima dell’omicidio dagli inquirenti viene ritenuta una sorta di ’avvertimento’. Quel 13 novembre 1989 è stata l’ultima volta che la madre lo ha visto in vita. Poi lei si è chiusa in un silenzio assordante. Ma senza mai perdere la speranza che la verità prima o poi sarebbe arrivata.
Nell’udienza di ieri ha invece testimoniato uno dei giornalisti che fin dalle ore successive al ritrovamento del corpo di Bergamini ha cercato di capire che cosa fosse accaduto lungo la Statale Jonica. Giuseppe Milicchio è un cronista che all’epoca della morte di Denis collaborava con la società del Cosenza e che nell’immediatezza dei fatti indagò sulla vicenda: "Qualche giorno dopo la morte di Denis (2-3 giorni dopo) – ha dichiarato alla Corte – mi sono recato nella sede Rai di Cosenza per avere notizie ed informazioni. Si stava procedendo alla trascrizione di un’intervista fatta al procuratore Abbate nella quale lo stesso affermava con certezza che si trattava di un suicidio e che l’autopsia non fosse necessaria, così come non era necessario appurare le cause del decesso".
Cristina Rufini