
Lo studioso Massimo Faggioli
Massimo Faggioli, ferrarese, docente di Teologia e Studi religiosi alla Villanova University in Pennsylvania è uno dei più profondi esperti e studiosi del pontificato di Francesco. E proprio con lui il Carlino cerca di tratteggiare lo scenario che si profilerà dentro e fuori le mura vaticane partendo dalla consapevolezza del grande mutamento che stanno attraversando l’istituzione Chiesa e il cattolicesimo.
Faggioli, sarebbe troppo complesso riassumere in poche parole il lascito di papa Francesco. Adesso, però, che tipo di Chiesa abbiamo?
"Quella che ha lasciato Francesco, tornando alla casa del Padre, è una Chiesa globale la cui proiezione non è più unicamente ancorata all’Europa e all’Occidente. Ma guarda all’Africa, all’Asia, all’America del Sud. E questo ha necessariamente a che fare con la Morale, con la Cultura e con il rapporto fra il nostro popolo e gli altri, fra la nostra religione e le altre".
Si potrebbe sintetizzare con l’aggettivo "progressista", ciò che ha lasciato il pontefice?
"Secondo me siamo oltre il binomio progressismo-conservatorismo. Francesco ha in qualche modo ridisegnato un paradigma. Un nuovo modo di vivere il cattolicesimo, forse più lontano rispetto alla concezione comune italiana e maggiormente innervato di tratti asiatici".
È inevitabile che tutto questo riguarderà anche gli imminenti lavori del conclave. Cosa si aspetta?
"È auspicabile che i cardinali riuniti in conclave tengano conto di tutte queste dinamiche e di questi meccanismi. Molto dipenderà dalla narrazione che verrà fatta di questo pontificato nelle prossime tre settimane. Certo, il conclave non potrà prescindere dal considerare il contesto in cui sarà eletto al soglio il successore di Francesco".
Sul piano internazionale quali sono i fattori che potranno orientare una decisione in un senso o in un altro da parte dei cardinali elettori?
"Questa è l’era di Trump. Anche questa è una componente che avrà un robusto impatto sul cattolicesimo. La Chiesa è uno degli organismi più influenti e ascoltati. Quella degli Stati Uniti è una delle più influenti e una delle più economicamente importanti. Per cui, è evidente che tutto questo abbia una forte capacità di orientamento nella designazione del nuovo pontefice".
Teologicamente, quale sarà il messaggio che dovrà ereditare chi verrà dopo Francesco?
"Francesco ha esercitato il suo magistero sui poveri, sugli ultimi. Su coloro che avevano bisogno di una spinta per emergere. Occorrerà quindi un pontefice capace di raccogliere questo testimone, capace di rafforzare l’Istituzione Chiesa in un contesto complesso di forti spinte anche avverse. Considerando anche le singole questioni che interessano alle "chiese" sparse qua e là nel mondo. Quindi un pastore che sappia essere guida per l’intera comunità cristiana ma anche capace di considerare le singole specificità".
Quando parla di singole specificità a cosa fa riferimento in particolare?
"Per alcune comunità, ad esempio, la questione della figura femminile all’interno della Chiesa è assolutamente fondamentale e non derogabile. Per altre ancora esiste una priorità sul versante della questione posto coloniale. Insomma, la Chiesa è davvero complessa la situazione. A proposito delle piccole comunità, va detta un’altra cosa".
Ovvero?
"Quello di Francesco è stato un cattolicesimo marginale che ha fatto sentire meno sole proprio le comunità più piccole, periferiche. Anche ponendosi in contrapposizione con altre parti della Chiesa. Sicuramente queste realtà si sentiranno più sole e prive di una guida che invece Francesco per tanto tempo per loro è stato".
Arriviamo a Ferrara che è anche la sua città. L’arcivescovo Gian Carlo Perego è stato un eminente interprete del magistero francescano. Ora, cosa ci aspetta?
"Ferrara in qualche modo sarà più fortunata rispetto ad altre comunità. Proprio grazie al ministero di Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, queste realtà pastorali avranno la fortuna di vivere un’estensione del pontificato francescano in ossequio a quei valori per i quali lo stesso Perego si è sempre speso in prima persona".