Conserve Italia assume 410 stagionali

Solo nello stabilimento di Pomposa per la lavorazione del pomodoro. Il direttore Antonello Chessa: "Produzione aumentata del 25%"

Conserve Italia, lo stabilimento di Pomposa occupa a pieno regime circa 1.200 addetti

Conserve Italia, lo stabilimento di Pomposa occupa a pieno regime circa 1.200 addetti

Ferrara, 19 agosto 2020 - É iniziata da qualche settimana la campagna di trasformazione del pomodoro di Conserve Italia, in preventivo 400mila tonnellate (+20% rispetto al 2019) di cui 200mila solo nell’impianto di Pomposa. Antonello Chessa, nuovo direttore dello stabilimento di Pomposa dallo scorso maggio, 54 anni a novembre, originario di Portomaggiore e proveniente da una esperienza decennale alla guida dello stabilimento di Conserve Italia di Ravarino, in provincia di Modena, ci spiega quali saranno gli obiettivi della campagna 2020 e quali le ricadute economiche ed occupazionali in provincia di Ferrara.

"Per la lavorazione del pomodoro da industria, sottolinea il direttore, Conserve Italia ha assunto per questa campagna complessivamente in tutta Italia 1.170 lavoratori stagionali, i quali saranno impiegati, con contratti che vanno dalle 50 alle 100 giornate di lavoro, nei quattro stabilimenti dedicati alle conserve rosse di cui 410 solo a Pomposa , uno stabilimento che occupa a pieno regime circa 1.200 addetti tra fissi e stagionali, con i suoi 442.500 mq di superficie totale è tra i più grandi d’Europa per dimensioni e per quantità di prodotto lavorato, con una potenzialità produttiva di 300mila tonnellate di materie prime, di cui 250mila di pomodoro.

"Saranno 200mila tonnellate quelle che lavoreremo solo a Pomposa con un incremento del +25% rispetto al 2019 e stimiamo un numero di "pezzi" di conserve rosse prodotti che si aggira attorno agli 83,4 milioni tra bottiglie, vasetti, scatole e brik e 81.700 fusti. Diamo valore in questo modo soci produttori che coltivano a pomodoro, solo in provincia di Ferrara , circa 1.800 ettari di terreno. "Lo stabilimento di Conserve Italia a Pomposa, sottolinea Chessa, genera ogni anno un impatto economico sul territorio di circa 20 milioni di euro per la sola parte inerente alle retribuzioni (contributi e tasse compresi) dei dipendenti fissi e stagionali . Non è contemplato, aggiunge, in questo calcolo l’indotto economico dei fornitori che quindi va ad aggiungersi alla ricchezza destinata al territorio ferrarese. Rispetto al 2019, quando la produzione fu pesantemente danneggiata dal maltempo di maggio, l’incremento programmato è di oltre il 20%.

"Dopo il boom di domanda di passate e conserve di pomodoro registrato nei mesi dell’emergenza Covid, per far fronte alle grandi richieste di prodotto, sia in Italia che in Europa, siamo stati costretti in questi mesi ad utilizzare quasi tutte le nostre giacenze di magazzino. Veniamo tra l’altro, continua Chessa, da due campagne di pomodoro alquanto scarse, quelle del 2018 e del 2019, per i problemi legati alla siccità del bacino produttivo del nord e al maltempo che in più occasioni aveva colpito i nostri areali, mentre quest’anno le previsioni risultano al momento buone, sia dal punto di vista qualitativo che rispetto ai volumi attesi. Anche le vendite dei derivati del pomodoro, pur se lontane dai picchi dei mesi di marzo e aprile scorsi in pieno lock down, continuano a registrare trend positivi". "Come già avvenuto per le campagne dei piselli e per quella del mais tutt ora in corso – chiude Chessa–, anche nei nostri quattro stabilimenti dedicati al pomodoro sono state adottate tutte le misure previste dalle norme vigenti in materia di contrasto al Covid-19. Si tratta di accorgimenti necessari per la sicurezza delle persone".