Cinque positivi nella Spal, la palla ora è all’Ausl

Aumentano i contagi tra i biancazzurri e l’Azienda sanitaria deve decidere se stoppare la squadra. A rischio la fine del girone di andata

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Se il Monza non è partito per Benevento a causa di cinque giocatori contagiati dal Covid, venendo bloccato dall’Asl brianzola alla vigilia della partenza, sarebbe singolare se ora non capitasse altrettanto alla Spal, cui è toccato in sorte di dover giocare e perdere menomata a Frosinone per lo stesso numero di infezioni, soltanto perché ormai era in viaggio. Si fosse giocato di domenica, magari sarebbe andata diversamente. Ma è chiaro che ora ci si attende un intervento dell’Ausl di Ferrara, perchè il gruppo dei biancazzurri è un pericoloso carrozzone di 40 persone a rischio per chiunque. Esistono tre possibilità, a partire da oggi.

Primo: che le Aziende sanitarie e la Lega facciano finta di niente, e a dispetto di cluster acclarati, oltre alla Spal, in seno a Brescia, Alessandria, Pisa, Ascoli e Monza, non intervengano. Secondo: che la Lega prenda la decisione di rinviare i due ultimi turni del 2021, data la "morìa" generale. Terzo, e forse al momento più pronosticabile: che l’Asl di Ferrara intervenga dopo la segnalazione di rito del medico sociale, la dottoressa Giagnorio, e impedisca sia la sfida di Santo Stefano col Benevento che quella del 29 dicembre contro il Pisa, che verrebbero poi rinviate al 2022. Al momento non esiste più una norma federale univoca per i contagi da Covid. C’era, prevedeva che con otto infezioni accertate una squadra si potesse fermare, ma è stata cancellata dal caso di Juventus-Napoli, cui poi è seguito quello analogo di Empoli-Chievo. Ora solo le istituzioni sanitarie territoriali possono prendere provvedimenti e fermare un club se accertano un focolaio: è stato appunto il caso del Monza. E questo potrà deciderlo solo l’Asl di Ferrara. La Spal è rigorosa, negli accertamenti. Prescrive tamponi obbligatori per tutti i giocatori al loro rientro dai giorni di riposo. Erano tutti negativi lunedì scorso, e il contagio si è quindi sviluppato nel periodo degli allenamenti, venendo infatti alla luce venerdì: chiaro come si espanda facilmente in uno spogliatoio. A quel punto ci si è accorti del contagio perché si è verificato un caso sintomatico: fino a che non se ne presenta uno, si possono teoricamente "covarne" di asintomatici senza accorgersene.

A Frosinone non si poteva più tornare indietro, ma il medico sociale ha provveduto secondo protocollo a notificare alle autorità sanitarie l’attuale situazione. L’Ausl non si può sollecitare, ma è ovvio che ci si aspetti un intervento. I calciatori della Spal contagiati non risultano gravi e stanno tutti moderatamente bene, da quel che trapela. Al peggio, qualcuno ha poche linee di febbre. In compenso ieri sono spuntati nuovi casi, anche tra calciatori in campo sabato.

Il vaccino protegge e contiene la virulenza, quindi non si registrano al momento casi come quello di Berisha che l’anno scorso finì a lungo in ospedale. Ma il timore è che spunti qualche nuovo episodio ogni giorno è forte e palese. La Spal andrebbe messa in quarantena come il Monza. Oltre a subire danni sul campo affrontando partite a ranghi largamente incompleti - e con la paura dentro, e la testa altrove - rappresenta un pericolo per sé e per gli altri. Non resta che attendere quali saranno i passi dell’Azienda sanitaria locale. Ma la situazione è abbastanza seria e l’isolamento della Spal appare davvero un passo doveroso.

Mauro Malaguti