Il commento. Traguardo virtualmente raggiunto. Per Mimmo 22 punti in 12 partite

Ora la Spal deve solo attendere il posticipo della Recanatese per fare i conti: difficile non farcela.

Traguardo virtualmente raggiunto. Per Mimmo 22 punti in 12 partite

Traguardo virtualmente raggiunto. Per Mimmo 22 punti in 12 partite

Per una volta in una stagione tra le sue più nere, la Spal riesce a sorprendere in positivo. Salvarsi virtualmente, anche se non matematicamente, a Chiavari senza cinque sesti dei titolari nel troncone avanzato – erano fuori per acciacchi Carraro, Antenucci e Maistro, e fino all’ultimo quarto d’ora Zilli, Buchel e Peda, per non dire di Tripaldelli e dei lungodegenti – ha del miracoloso: ancora di più se si parte da 0-1 dopo un quarto d’ora. D’accordo, l’errore del portiere Di Lucia per la rete di Valentini è stato madornale: ma vogliamo parlare del ridicolo gol al passivo su un fallo laterale che arriva dritto al secondo palo? I due svarioni si bilanciano. Ma a vincere è stata la Spal. La partita e i ritmi non sono stati eccelsi, è vero, come è vero che la Spal ha calciato in porta due volte cavandone due gol, prima del terzo tiro al minuto 92.

E l’Entella, cui è stato ceduto il testimone della paura, ha i suoi bei problemi. Ma ugualmente, andare a rimontare e vincere con le esigue forze di ieri è impresa più rilevante del 3-0 al Gubbio. Per valori individuali, la Spal scesa in campo in Liguria non vale più di quella che condusse un disastroso girone di andata. La vittoria è stata frutto della abnegazione e del sacrificio di un gruppo che dal ritorno di Di Carlo, con tutti i suoi difetti, si è rimboccato le maniche, e le sue fortune è andato a cercarsele una via l’altra. Dal suo secondo esordio con l’1-0 in dieci alla Recanatese, Mimmo si è preso 22 punti in 12 partite con 6 vittorie e 2 sole sconfitte con Torres e Pontedera. Nel periodo, la sua Spal è terza in classifica: solo Cesena (30) e Carrarese (25) hanno fatto di più. Non possono essere numeri di sola fortuna, e non lo sono. Il tecnico ha trovato subito l’assetto a 4-4-2 offensivo, valorizzando il reparto qualità, e con quello ha proceduto spedito.

Ha capito in fretta che la Spal aveva più tecnica che garra agonistica, e su quella ha spinto. Ma proprio per questo, i tre punti di Chiavari – se si vuole, sporchi, brutti e cattivi – valgono doppio: perché la squadra ci ha messo l’ingrediente che troppo spesso le è mancato. Chiamatela cattiveria, cinismo, voglia o aggressività, il risultato non cambia. E finalmente, tra il palo di Petermann e la papera di Di Lucia, si è vista anche un poco di fortuna, che nel calcio non guasta mai. Ora la Spal deve attendere il posticipo della Recanatese a Cesena per fare i suoi conti. Se la capolista non sbraca, anche concedendo per ipotesi ai leopardiani il pari, Valentini e compagni sarebbero a +5 sulle due marchigiane, in attesa di un match in casa contro un Pineto senza più velleità di playoff dopo lo stop di ieri, per poi trovare a Olbia una rivale già retrocessa. Difficile non farcela, sarebbe più che un suicidio. Gli ottimisti possono anche sperare nell’ultimo posto valido per i playoff, se si scoprisse stasera che la salvezza è vicinissima, e ovviamente se una tra Arezzo e Rimini tracollasse. Servirebbe tanto sole in testa, eh: ma son giorni di bel tempo, e ora sì che costerebbe nulla sognare.

Mauro Malaguti

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