Per una volta in una stagione tra le sue più nere, la Spal riesce a sorprendere in positivo. Salvarsi virtualmente, anche se non matematicamente, a Chiavari senza cinque sesti dei titolari nel troncone avanzato – erano fuori per acciacchi Carraro, Antenucci e Maistro, e fino all’ultimo quarto d’ora Zilli, Buchel e Peda, per non dire di Tripaldelli e dei lungodegenti – ha del miracoloso: ancora di più se si parte da 0-1 dopo un quarto d’ora. D’accordo, l’errore del portiere Di Lucia per la rete di Valentini è stato madornale: ma vogliamo parlare del ridicolo gol al passivo su un fallo laterale che arriva dritto al secondo palo? I due svarioni si bilanciano. Ma a vincere è stata la Spal. La partita e i ritmi non sono stati eccelsi, è vero, come è vero che la Spal ha calciato in porta due volte cavandone due gol, prima del terzo tiro al minuto 92.
E l’Entella, cui è stato ceduto il testimone della paura, ha i suoi bei problemi. Ma ugualmente, andare a rimontare e vincere con le esigue forze di ieri è impresa più rilevante del 3-0 al Gubbio. Per valori individuali, la Spal scesa in campo in Liguria non vale più di quella che condusse un disastroso girone di andata. La vittoria è stata frutto della abnegazione e del sacrificio di un gruppo che dal ritorno di Di Carlo, con tutti i suoi difetti, si è rimboccato le maniche, e le sue fortune è andato a cercarsele una via l’altra. Dal suo secondo esordio con l’1-0 in dieci alla Recanatese, Mimmo si è preso 22 punti in 12 partite con 6 vittorie e 2 sole sconfitte con Torres e Pontedera. Nel periodo, la sua Spal è terza in classifica: solo Cesena (30) e Carrarese (25) hanno fatto di più. Non possono essere numeri di sola fortuna, e non lo sono. Il tecnico ha trovato subito l’assetto a 4-4-2 offensivo, valorizzando il reparto qualità, e con quello ha proceduto spedito.
Ha capito in fretta che la Spal aveva più tecnica che garra agonistica, e su quella ha spinto. Ma proprio per questo, i tre punti di Chiavari – se si vuole, sporchi, brutti e cattivi – valgono doppio: perché la squadra ci ha messo l’ingrediente che troppo spesso le è mancato. Chiamatela cattiveria, cinismo, voglia o aggressività, il risultato non cambia. E finalmente, tra il palo di Petermann e la papera di Di Lucia, si è vista anche un poco di fortuna, che nel calcio non guasta mai. Ora la Spal deve attendere il posticipo della Recanatese a Cesena per fare i suoi conti. Se la capolista non sbraca, anche concedendo per ipotesi ai leopardiani il pari, Valentini e compagni sarebbero a +5 sulle due marchigiane, in attesa di un match in casa contro un Pineto senza più velleità di playoff dopo lo stop di ieri, per poi trovare a Olbia una rivale già retrocessa. Difficile non farcela, sarebbe più che un suicidio. Gli ottimisti possono anche sperare nell’ultimo posto valido per i playoff, se si scoprisse stasera che la salvezza è vicinissima, e ovviamente se una tra Arezzo e Rimini tracollasse. Servirebbe tanto sole in testa, eh: ma son giorni di bel tempo, e ora sì che costerebbe nulla sognare.
Mauro Malaguti
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