Processo Sara Pedri, le difese: fatta perizia psichiatrica. Chiesto il rito abbreviato

Udienza del procedimento legato alla 31enne forlivese scomparsa nel nulla nel 2021. Punto di svolta con l’accoglimento delle parti civili

Sara Pedri, si entra nel vivo del processo

Sara Pedri, si entra nel vivo del processo

Forlì, 13 gennaio 2024 – Le difese degli imputati puntano strategicamente sul rito abbreviato a porte chiuse – eliminando così il pericolo, anche mediatico, del dibattimento pubblico – per il processo per maltrattamenti sul lavoro collegato al dramma della 31enne ginecologa forlivese Sara Pedri, scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021 a Cles, in Trentino, regione in cui la dottoressa era in servizio, all’ospedale Santa Chiara di Trento.

Il corpo di Sara non è mai stato ritrovato; per gli inquirenti – stando ai resoconti dei messaggi telematici di Sara a parenti e amici – la 31enne forlivese si sarebbe tolta la vita a seguito del presunto mobbing subìto in corsia dai suoi superiori, gettandosi nel lago di Santa Giustina, dove il corpo di Sara è stato cercato per mesi a più riprese, sempre senza alcun esito.

La novità dell’udienza di ieri – udienza lampo, durata meno di mezz’ora – è stata l’ufficializzazione della richiesta di rito abbreviato inoltrata dai legali dei due imputati, l’ex direttore dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara, Saverio Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu. Nell’eventualità venisse accolto il rito alternativo, gli imputati, in caso di condanna, accederebbero allo sconto di un terzo della pena prevista.

Ieri il giudice ha anche incardinato in via formale le parti civili del procedimento: ammesse Mirella Sintoni, la madre di Sara – come tutore della ragazza –, sette dottoresse del reparto, colleghe di Sara (che hanno chiesto 50mila euro a testa come risarcimento danni; una di loro ha invece chiesto 200mila euro), l’Ausl di Trento (che chiede 640mila euro fra danni patrimoniali e danni d’immagine) e la Fenalt (sindacato autonomo territoriale del pubblico impiego). Il prossimo 18 marzo il giudice dell’udienza preliminare di Trento deciderà come procedere.

Le difese dei due imputati hanno quindi depositato una perizia psichiatica su Sara; il loro intento è quello di controbattere un’omologa perizia già depositata nei mesi scorsi dall’avvocato della famiglia di Sara, Nicodemo Gentile. Un esame in cui emergeva la sanità mentale di Sara, fortemente compromessa però, a livello psicologico, dai presunti maltrattamenti subiti nell’ospedale di Trento. Opposta ovviamente la visione delle difese, anche se chiaramente le conclusioni della perizia difensiva non sono ancora note.

Al processo s’è giunti dopo una lunghissima indagine preliminare, culminata in un altrettanto meticoloso e robusto incidente probatorio, durato ben 4 mesi, da settembre a dicembre 2022. Saverio Tateo, che dopo lo scoppio del caso, era stato licenziato da Trento, è stato poi reintegrato dal giudice del lavoro; sentenza non ancora eseguita. La dottoressa Mereu attualmente lavora invece a Catania.