In aula la storia di Sara. Maltrattamenti sul lavoro: sotto accusa due medici

La scomparsa della ginecologa forlivese di 31 anni avvenuta nel 2021: in tribunale a Trento domani primo atto dell’udienza preliminare collegata alla sua vicenda.

In aula la storia di Sara. Maltrattamenti sul lavoro: sotto accusa due medici

In aula la storia di Sara. Maltrattamenti sul lavoro: sotto accusa due medici

Scatta domani a Trento l’udienza preliminare sul caso dei presunti maltrattamenti in ospedale di cui sarebbe rimasta vittima anche Sara Pedri, la ginecologa forlivese di 31 anni svanita nel nulla il 4 marzo del 2021; la sua auto venne ritrovata vicino al lago di Santa Giustina in Val di Non; il corpo di Sara non è mai stato rinvenuto.

È proprio dalla tragedia di Sara – che lavorò in quel nosocomio per alcuni mesi, fino alla sua scomparsa – che è partita l’inchiesta che vede oggi indagati Saverio Tateo, già direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara di Trento, e la sua vice, la dottoressa Liliana Mereu; i due sono accusati di maltrattamenti sul lavoro in concorso e in continuazione. Secondo i riscontri investigativi, Sara potrebbe essersi tolta la vita per la sua sofferenza professionale all’interno dell’ospedale. Per la procura di Trento, Tateo e Mereu avrebbero messo in atto condotte vessatorie all’interno del reparto. Durante l’incidente probatorio che ha innervato le indagini, sono state sentite in aula diverse testimonianze di sanitari che hanno riportato episodi di ingiurie, minacce di sanzioni disciplinari, atteggiamenti inquisitori "non motivati da errori professionali ma da risentimento". Nell’udienza preliminare di domani l’azienda sanitaria di Trento si costituirà parte civile rappresentata dall’Avvocatura di Stato.

Il 14 settembre scorso una sentenza del tribunale del Lavoro di Trento aveva ritenuto illeggitimo il licenziamento di Saverio Tateo, provvedimento dell’8 novembre 2021, che era giunto a seguito di 17 contestazioni disciplinari in gran parte sui presunti atteggiamenti vessatori dell’ex primario, col parere favorevole della Commissione di garanzia. Il giudice ha ordinato all’azienda sanitaria trentina il pagamento delle retribuzioni non percepite a favore del medico.