Sara Pedri, la volontà della madre: richiesta di parte civile

Mirella Sintoni, mamma di Sara, ha fatto istanza di presenziare all’eventuale processo contro Saverio Tateo, l’ex primario sotto accusa. Svolto il primo atto dell’udienza preliminare

Sara Pedri assieme alla madre Mirella Sintoni; la donna ha richiesto di essere parte civile nel processo contro l’ex primario Saverio Tateo

Sara Pedri assieme alla madre Mirella Sintoni; la donna ha richiesto di essere parte civile nel processo contro l’ex primario Saverio Tateo

Forlì, 25 novembre 2023 – La mamma di Sara vuole essere lì in aula, un atto d’amore e di giustizia, per stare sempre più vicina alla figlia svanita nel nulla a 31 anni nel marzo 2021. Mirella Sintoni tramite il suo legale ha avanzato istanza formale al giudice per presenziare come parte civile all’eventuale processo che potrebbe tenersi a Trento contro Saverio Tateo, ex primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, e la sua vice Liliana Mereu (entrambi non presenti in aula), accusati di maltrattamenti sul lavoro.

Ieri al primo atto dell’udienza preliminare per il procedimento penale collegato al caso di Sara, il gup Marco Tamburrino ha registrato le richieste di parte civile inoltrate, oltre che dalla mamma delle 31enne ginecologa forlivese – in qualità di curatrice della ragazza – anche di otto dottoresse che lavoravano in quel reparto, dell’azienda sanitaria di Trento e del Fenalt, sindacato autonomo del pubblico impiego di Trento. Il giudice Tamburrino scioglierà le riserve delle istanze nella prossima udienza, fissata per il 12 gennaio 2024. Stando alle fonti processuali, le richieste di risarcimento complessive varierebbero tra i 50 e i 200mila euro.

“Spero che tutta questa vicenda possa servire ad aprire una riflessione seria nella gestione delle risorse umane – ha spiegato all’uscita dall’aula il legale della ginecologa –. Noi non abbiamo quantificato l’aspetto economico che è residuale, abbiamo chiesto solo l’ammissione".

Durante le indagini era emerso che Sara Pedri ed altre colleghe dell’ospedale Santa Chiara sarebbero state costrette a subire "vessazioni e turni massacranti con attacchi personali" da parte del primario Tateo e della sua vice Mereu.

Lo scorso 15 settembre Giorgio Flaim, il giudice del lavoro di Trento, aveva dichiarato illegittimo il licenziamento di Saverio Tateo, che era stato licenziato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), con il parere positivo del comitato dei garanti, l’8 novembre 2021, a nove mesi dalla scomparsa della ginecologa.

Sara svanisce nel nulla il 4 marzo 2021. La sua auto viene ritrovata sul ponte di Mostizzolo, a pochi passi da un dirupo, nella Val di Non, vicino alla Val di Sole, in Trentino. Sara aveva iniziato a lavorare nel reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento il 16 novembre del 2020, dopo 5 anni all’ospedale di Catanzaro. Il 3 marzo s’era dimessa dall’incarico, comunicandolo al telefono alla sorella Emanuela: "S’era tolta un peso". Poi la scomparsa. Gli investigatori sono convinti che la scomparsa di Sara sia collegata alle presunte vessazioni subite in ospedale a Trento.