Forlì, eclissi del dialetto: "Anche Sgabanaza deve parlare italiano" / VIDEO

Il popolare Pier Giuseppe Bertaccini fece parte del Cinecircolo del Gallo appena chiuso: "Il dialetto ormai è per pochi"

Pier Giuseppe Bertaccini, ovvero il popolare ‘Sgabanaza’ emblema della romagnolità

Pier Giuseppe Bertaccini, ovvero il popolare ‘Sgabanaza’ emblema della romagnolità

Forlì, 18 gennaio 2018 - Anche ‘Sgabanaza’ piange i tempi duri del dialetto, sempre meno diffuso ormai tanto da costringere il Cinecircolo del Gallo a chiudere la sua lunga attività per la difficoltà a trovare nuovi attori che lo sappiano parlare?

Come l’ha presa Pier Giuseppe Bertaccini?

«Mi è dispiaciuto molto, anche perché iniziai proprio con loro, fra il 1966 e il 1976. Il mio personaggio Sgabanaza era nato nel ’65 e alla fine di ogni spettacolo teatrale, mi fermavo a dire barzellette per una decina di minuti».

E così diventò famoso.

Domanda che stiamo facendo da giorni: come sta il dialetto?

«Male. La gente non lo capisce. I giovani, gli stranieri ovviamente, ma non solo. Fino ad alcuni anni fa ero costretto a sostituire al dialetto una serie di parole in italiano se andavo a Bologna o a Pesaro, adesso anche a Forlì mi tocca fare la stessa cosa».

Per esempio?

«A’m so divartì la faza, mi sono divertito la faccia. Non sembra così difficile, eppure a fine spettacolo mi hanno chiesto, anche recentemente, cosa volesse dire».

Si è reso conto di dover cambiare il repertorio negli ultimi anni?

«Per forza. Mi diverto solo in alcune enclave, tipo Premilcuore, dove il dialetto è ancora abbastanza parlato. Ma anche quando il pubblico è formato da anziani, trovo persone provenienti da altre regioni che mi dicono di non capire nulla».

Pensa anche lei che in futuro il romagnolo resterà confinato agli studiosi?

«Sì, sarà appannaggio di gruppi chiusi che dialogheranno fra loro. Materia di cultori».