"Castrocaro: il futuro è nel Liscio". Una svolta per il concorso in declino

L’assessore regionale Mauro Felicori spinge perché diventi la casa della ’canzone popolare’. "In tutto il mondo cresce l’attenzione per i ritmi e i repertori legati ai territori: gli esempi sono tanti"

Da sinistra, Benedicta Boccoli, Claudio Cecchetto, Lighea, Jo Squillo e Simona Tagli

Da sinistra, Benedicta Boccoli, Claudio Cecchetto, Lighea, Jo Squillo e Simona Tagli

Forlì, 30 marzo 2024 – Il Concorso per Voci Nuove o Festival di Castrocaro è una manifestazione canora che si svolge ogni anno in Italia, a Castrocaro Terme e Terra del Sole, Emilia-Romagna, a partire dal 1957. La sua importanza stava nella capacità di fare scoprire e portare alla ribalta tanti giovani interpreti: giusto per citare i più noti Gigliola Cinquetti, Giuni Russo, Collage, Zucchero, Paolo Mengoli, Alice, dando loro accesso al Festival di Sanremo.

I talent televisivi e le nuove modalità di fruizione e di scoperta della musica di questi ultimi anni (digitalizzazione, internet, social, etc.) hanno messo inevitabilmente in crisi tutte le manifestazioni dedite alla scoperta e alla valorizzazione di voci nuove. Anche la principale, Castrocaro, ne ha risentito.

Quindi? Siamo senza grandi speranze per il futuro del nostro Festival?

Niente affatto. Anche grazie allo streaming, che offre una sorta di democratizzazione aumentando il ruolo dei mercati locali e garantendo un nuovo flusso di utenti e di artisti provenienti da tutto il mondo, cresce sempre più l’attenzione dell’industria musicale ai repertori locali. Gli esperti prevedono che il “prossimo biliardo” di consumatori in streaming (Spotify, Apple, Amazon, etc.) probabilmente non proverrà dai mercati occidentali né principalmente dalle città sviluppate, ma piuttosto dalle aree meno urbanizzate e rurali in Asia, Africa e America Latina con un interesse più profondo per i repertori e il talento locali e regionali.

Per tutte queste considerazioni, potrebbe essere interessante spostare il focus del Festival provando ad immaginarne una diversa identità, trasformandolo nel ‘Festival del Liscio e della Canzone popolare’. È una manifestazione che potrebbe avere un grande successo. Stiamo assistendo a un vero e proprio risveglio del Liscio, da anni seguiamo l’affermazione della Taranta, per non parlare della musica napoletana che oggi si declina fino alle versioni rap e trap, nonché degli intrecci fra musica pop e tradizioni sarde e liguri. Per non parlare, a livello internazionale, della vitalità del tango anche nelle versioni più colte. Del resto, in vista del varo del nuovo Codice dello Spettacolo, pare che anche il governo intenda dare più spazio alla musica di tradizione e popolare.

*assessore regionale alla Cultura