Torna il Ravenna festival: Sollima e i suoi allievi al San Giacomo

Omaggio del grande violoncellista al compositore forlivese Giovanni Battista Cirri FOTO

 ‘Cellolandia’ con Sollima e Melozzi (foto Zani/Casadio)

‘Cellolandia’ con Sollima e Melozzi (foto Zani/Casadio)

Forlì, 15 giugno 2016 - Il Ravenna festival torna al al San Giacomo stasera alle 21 con un grande concerto (FOTO): sul palco dell’auditorium saliranno Giovanni Sollima e i suoi allievi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (una delegazione dell’ensemble 100Cellos composta da: Chiara Burattini, Raffaella Cardaropoli, Valerio Cassano, Riccardo Giovine, Alessandro Guaitolini, Altea Narici, Carla Scandura, Francesco Bongiorni, Thomas-Brian Rizzo, Leila Shirvani).

Il concerto, dal titolo ‘Effetti collaterali’, sarà un omaggio al forlivese Giovanni Battista Cirri. ‘Effetti collaterali’ è un po’ la sintesi dell’intero progetto proposto dal violoncellista e compositore palermitano e dal collega Enrico Melozzi: la voglia di eseguire un repertorio che passa dalla musica barocca al rock, per approdare al metal. Un gruppo di artisti che, dunque, viaggia nel tempo e nello spazio.

Cirri, compositore barocco e violoncellista forlivese (1724-1808), ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo della scrittura per violoncello in epoca preclassica. Dopo la formazione a Bologna e a Padova, in stretto contatto con Padre Martini, ha intrapreso una carriera internazionale che lo ha visto diventare nel 1764 musicista del duca di Gloucester, fratello di Giorgio III d’Inghilterra. È qui che pubblica molte delle sue composizioni per organici da camera, nelle quali il violoncello assume un ruolo da protagonista, in termini sia virtuosistici sia espressivi, riunendo l’esperienza della tradizione italiana, rappresentata da Boccherini, e lo stile tedesco segnato da Haydn e Mozart.

Si passerà poi a due brani del religioso e compositore armeno Soghomon Gevorki Soghomonyan (Padre Komitas), considerato il padre della moderna musica di quel paese; profondamente toccato dai massacri del 1915, è morto in una clinica psichiatrica di Parigi nel 1935 ed è considerato fra le vittime del genocidio armeno. Con un altro balzo nello spazio e nel tempo, sarà eseguito un Preludio di Chopin e del violoncellista, suo amico e collaboratore, Auguste Franchomme (1808-1884).

Con un nuovo scarto, si arriva alla scena musicale contemporanea con lo statunitense Steve Reich, fra i maggiori esponenti del minimalismo musicale, già applaudito al Ravenna Festival. La vertigine continua tornando a Vincenzo Bellini, con lo scarto successivo a un brano della tradizione centroafricana, il ‘Chant du Ngòmbi’. La chiusura di questi effetti davvero ‘collaterali’ è affidata a Domenico Modugno e alla canzone ‘Cosa sono le nuvole’, con il testo di Pasolini, arrangiata da Enrico Melozzi, omaggio all’amore ‘soffiato dal cielo’; e a ‘L’elefante bianco’ canzone contro la guerra di Demetrio Stratos degli Area.

Info e prevendite: 0544.249244; www.ravennafestival.org.

Chiesa di San Giacomo: ingresso 12 euro (ridotto 10) / Speciale Giovani: 5 euro per under 18 e universitari.