Sanitari no vax: 8 sospesi a Imola

Altri cinque stop per il mancato rispetto dell’obbligo di immunizzazione. I medici di base convincono cento pazienti scettici

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Salgono a otto le sospensioni nelle file dell’Ausl (due medici di base e sei infermieri) per il mancato rispetto dell’obbligo vaccinale previsto per il personale sanitario e sociosanitario. L’iter va avanti ormai da settimane: da un primo numero di oltre 600 lettere inviate all’indirizzo di dipendenti privati (la maggior parte) e pubblici, si è arrivati oggi ad accertare 24 inadempienti in tutto il circondario. E negli ultimi giorni sono scattati altri cinque stop, compreso quello che riguarda un altro medico di base al quale è stata sospesa la convenzione con l’Azienda sanitaria, sulla scorta di quanto accaduto già a inizio mese al dottor Theodosios Kafousis.

Per quanto riguarda l’andamento della campagna vaccinale indirizzata al resto della popolazione, l’Ausl calcola di aver coperto a questo punto il 78,8% degli aventi diritto con prima dose, mentre il 60,6% degli over 12 residenti nel circondario ha già fatto anche il richiamo. Tra auditorium dell’Osservanza, centro sociale La Tozzona, centro medico dell’Autodromo, centro congressi Artemide di Castel San Pietro (sostituito questa settimana dal nuovo hub alla palestra ex-Alberghetti), Case delle salute, ambulatori medici e iniezioni a domicilio sono stati somministrati da inizio anno quasi 180mila vaccini tra prime dosi (101.334) e richiami (77.336).

Il problema delle scorte, che ha caratterizzato i mesi scorsi, appare ormai superato: l’incremento della prenotabilità delle prime dosi in agosto (oltre 3mila posti aggiuntivi) sta infatti portando l’Azienda sanitaria a un sostanziale azzeramento tempi di attesa.

In pratica, ci si avvicina sempre di più a quell’accesso diretto agli hub vaccinali già possibile da alcuni giorni per i 12-19enni, che si sono presentati in 61 per ricevere il siero senza aver concordato prima un appuntamento.

Da questa settimana, sono aperte le prenotazioni per i vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) per tutte le classi di età.

AstraZeneca resta in frigo, mentre il monodose Johnson&Johnson continua invece a essere impiegato, tra gli under 60, solo per le cosiddette popolazioni "instabili": senza fissa dimora (in collaborazione con Croce rossa e Caritas), richiedenti asilo e rifugiati (equipe mobili). Confermato anche il via libera all’anticipo delle seconde dosi a 21 giorni (Pfizer) e 28 giorni (Moderna) sia per i nuovi appuntamenti che per quelli già prenotati (avviso della possibilità con sms) per accelerare il completamento dei cicli vaccinali.

Funziona, almeno in parte, l’opera di convincimento portata avanti su mandato dell’Ausl dai medici di medici generale del circondario. Incaricati di reclutare gli over 60 che non hanno risposto all’appello al vaccino, i camici bianchi hanno convinto fin qui un centinaio di scettici.

Nel frattempo, non bisogna però dimenticarsi dei più giovani. In questo senso, l’Ausl ha in programma una "intensificazione" della campagna vaccinale relativamente al "target scuola" con "azioni di sensibilizzazione e informazione di genitori, insegnanti e adolescenti", più alcuni open day dedicati.

Nonostante il discreto passo in avanti compiuto nelle ultime settimane, che ha permesso di somministrare la prima dose a oltre il 62% dei 12-19enni, la vaccinazione degli adolescenti resta il vero tallone d’Achille della campagna e rappresenta la sfida più importante in vista del ritorno dei ragazzi tra i banchi.

red. cro.