Il Doppiatore marchigiano: "È nato tutto come un gioco, regaliamo un po’ di leggerezza"

Barabucci e Lombardelli hanno conquistato oltre 210mila follower con i loro video in dialetto "Ci seguono anche dall’America e dall’Australia, adesso facciamo le serate nei teatri".

Il Doppiatore marchigiano: "È nato tutto come un gioco, regaliamo un po’ di leggerezza"

Il Doppiatore marchigiano: "È nato tutto come un gioco, regaliamo un po’ di leggerezza"

Si conoscono da quando avevano tre anni, sono andati sempre a scuola insieme. Nel 2018 hanno aperto per gioco una pagina Facebook, che oggi conta oltre 210mila follower (e altrettanti su Instagram e TikTok). Sono i tolentinati Riccardo Lombardelli e Alberto Barabucci, ora quarantenni, conosciuti come "Il Doppiatore marchigiano". I loro video registrano centinaia di migliaia di visualizzazioni (con picchi fino a 2 milioni, basti pensare a "Lisetta", la Regina Elisabetta) esportando il dialetto marchigiano nel mondo, in quanto sono visti fino in Australia e Canada. Il duo ha raggiunto il "sold out" in tutti gli spettacoli finora realizzati in giro per le Marche, sono testimonial di diverse campagne per il sociale. E, nel febbraio di quest’anno, hanno promosso anche il territorio dell’unione montana Marca di Camerino alla Bit, Borsa internazionale del turismo di Milano. Si definiscono "ambasciatori della marchigianità". Girano portando il buonumore e strappando risate. Ad ispirarli, la vita di ogni giorno. Riccardo è agente di commercio nel settore termoidraulico, oltre che papà e vespista. Alberto è un impiegato amministrativo di Poltrona Frau. Il primo è la voce del Doppiatore, l’altro si occupa della parte più autoriale. Sono perfettamente complementari.

Dal 2018 ad oggi quanto è cambiato il Doppiatore marchigiano?

Riccardo: "È migliore la qualità dei video e del doppiaggio. Inoltre abbiamo iniziato a fare le serate nei teatri e a trattare temi delicati, partecipando ad esempio a eventi per Admo e Avis, a cercare di portare il sorriso anche laddove si parla di patologie serie. Il mese scorso siamo stati invitati all’iniziativa dell’associazione Praxis di Macerata dedicata all’arte dell’ironia. Ci siamo raccontati. D’altronde il nostro obiettivo è stato sempre trasmettere un po’ di leggerezza, anche nei primi video, quando parlavamo di terremoto. Cerchiamo di fare in modo che preoccupazioni e difficoltà non soffochino la vita delle persone. Così anche noi, dopo una giornata intensa di lavoro, ci mettiamo a fare qualche video e a pensare alla scaletta dello spettacolo successivo. Inoltre c’è l’aspetto che riguarda la promozione delle Marche".

In che modo?

Riccardo: "Determinante è stato essere testimonial per l’unione montana Marca di Camerino alla Bit di Milano: presentare le aree interne in un contesto internazionale è stato unico. Risale agli ultimi giorni poi la partecipazione a "Le Terre del Tartufo" a Pieve Torina e "Apimarche" a Montelupone (con Dubbing Marche e Zio Pecos). Presto la voce alla campagna pubblicitaria su TikTok e Instagram di Fileni".

Alberto: "Mai avrei pensato che, partendo da un gioco, saremmo stati successivamente chiamati dall’associazione Red (Villaggio digitale) per l’uso consapevole dei social, o come testimonial e comunicatori del territorio, o per la campagna di prevenzione truffe dai servizi sociali di Macerata o per la donazione di organi. Mi rende tanto orgoglioso che i marchigiani di seconda o terza generazione nel mondo, in America o Australia, si sentano legati al loro paese di origine tramite i nostri video. O che si commuovano. Noi portiamo avanti le parole dei nostri nonni, i loro detti, il loro modo di affrontare le avversità anche con ironia e un tocco di sano distacco e cinismo di provincia".

Come vi siete divisi i compiti?

Alberto: "Io mi occupo di montaggio video, della parte amministrativa, sono coautore delle battute, gestisco le pagine e i social e la scaletta degli spettacoli".

Riccardo: "Io sono la voce. Improvviso le battute, ma da Alberto ho sempre un buon assist".

Il prossimo obiettivo?

Riccardo: "In estate, per la prima volta, vorremmo giocare in "casa" e portare lo spettacolo a Tolentino. Poi, avendo una buona fetta di follower laziali, esibirci anche a Roma. Il sogno: arrivare ad un grande teatro".

Alberto: "La sfida è mettere Riccardo nelle condizioni di fare il salto: secondo me è un professionista dello spettacolo. Io comunque sono pronto ad essere sempre al suo fianco, da dietro le quinte. Ci conosciamo dall’asilo, siamo come fratelli".