Pellizzari dalla maturità alla bici "Amo le salite, Froome l’idolo"

Il 19enne camerte protagonista al Giro della Valle d’Aosta col team Bardiani Csf Falzanè

di Marco Natalini

Giulio Pellizzari è uno di quei ciclisti che non ha paura di prendersi il rischio e che ha il coraggio di attaccare sempre e in ogni situazione. "Perché attendere solo gli ultimi chilometri per attaccare quando si può provare già molto prima?". Così il ciclista di Camerino, classe 2003. Da poco diventato professionista, ha firmato un contratto triennale con il team "Bardiani Csf Falzanè".

Pellizzari, quando è iniziata la sua passione per la bici?

"Ho iniziato ad andare in bici quando avevo sette anni. Mio padre andava in bicicletta e mi convinse a lasciare il calcio per dedicarmi alla bicicletta e infatti ancora oggi sono grato a lui per quella scelta"

Si sente più a suo agio con i libri di scuola o con la bici?

"Ovviamente mi trovo meglio sulle due ruote a macinare chilometri, soprattutto in salita dove vado più forte, ma non ho tralasciato lo studio, infatti proprio quest’anno mi sono diplomato come geometra a Camerino".

Un bilancio della sua carriera, seppur breve finora.

"Posso dire di essere molto soddisfatto per come sta andando, perché sto facendo il mio percorso nella giusta maniera, senza particolari problemi e concentrandomi esclusivamente su me stesso".

La sua più grande soddisfazione con il ciclismo?

"La più grande è anche la più recente, perché della settimana scorsa nel Giro della Valle d’Aosta, sono riuscito a conquistare la maglia Gpm (gran premio della montagna) per una tappa. Proprio in quella giornata sono anche stato il quinto ciclista al traguardo finale e non potevo essere più felice".

Come si arriva ad un livello così competitivo?

"Per essere un ciclista di buon livello e migliorarsi costantemente c’è bisogno di fare tanti sacrifici. Io personalmente non li soffro, perché per coltivare la mia passione lo faccio volentieri. Ogni settimana faccio sei o sette giorni di allenamento, con una durata che va dalle due alle sei ore, per prepararsi differentemente dalle gare che svolgo regolarmente ogni mese".

C’è un idolo a cui si ispira?

"Sì il mio idolo è Chris Froome, e tutto deriva dall’impresa che fece nel Giro d’Italia del 2018 quando vinse la tappa del Colle delle Finestre attaccando e staccando gli avversari a ottanta chilometri dal traguardo, vincendo la tappa e la maglia rosa che riuscì a conservare fino alla fine vincendo la competizione".

C’è una gara che attende particolarmente nel calendario?

"Sì, è quella del 16 agosto a Capodarco. Ci tengo particolarmente perché è vicino casa, e molti amici e familiari verranno a vedermi. Ci tengo a fare bene. È previsto un arrivo in salita e quindi sono fiducioso".