ANNA MARCHETTI
Cronaca

Ecco perché serve: "Potremo abbancare solo il 10% dei rifiuti"

Dal termovalorizzatore alla gestione dei rifiuti, parla l’assessore regionale Stefano Aguzzi. "Non c’è nessuna decisione della Regione di investire sul...

Dal termovalorizzatore alla gestione dei rifiuti, parla l’assessore regionale Stefano Aguzzi. "Non c’è nessuna decisione della Regione di investire sul termovalorizzatore – dice –, ma più semplicemente l’approvazione in giunta del piano dei rifiuti, con valore quinquennale, che prevede nelle Marche un impianto di fine ciclo. Oggi parliamo di termovalorizzatore, ma la tecnologia nei prossimi anni potrebbe offrire soluzioni diverse".

Il termovalorizzatore crea apprensione tra i cittadini: perché questa scelta?

"La priorità della Regione è la difesa dell’ambiente e il rispetto delle normative europee, che impongono entro il 2035 il riutilizzo del 90% dei rifiuti prodotti: solo il 10% potrà continuare ad andare in discarica. Tutti in Europa e in Italia lavorano per questo obiettivo, ovvero non inquinare l’ambiente e ridurre la presenza di discariche".

I termovalorizzatori non inquinano?

"Le Marche sono l’unica regione che non ha ancora previsto tali impianti. In ogni caso, il piano regionale stabilisce la minore produzione di rifiuti attraverso l’educazione ambientale e una raccolta differenziata che superi l’80%. Ora siamo al 72%, ma il 20%, per la sua scarsa qualità, torna in discarica. Dal 2035 le discariche potranno accogliere soltanto il 10% dei rifiuti prodotti, ecco perché serve il termovalorizzatore, che a sua volta produce energia. È quello che hanno fatto o stanno facendo tutte le altre regioni".

Ci fa qualche esempio?

"In Emilia-Romagna ci sono otto termovalorizzatori funzionanti, il più vicino a noi è quello di Coriano. Non mi sembra che Cattolica e Riccione, capitali del turismo, abbiano avuto ripercussioni negative da quell’impianto attivo da diciotto anni. Parma ha il suo termovalorizzatore, nonostante l’M5S a suo tempo abbia vinto le elezioni con l’allora sindaco Pizzarotti facendo una battaglia contro l’impianto. Ci sono termovalorizzatori presenti in tutte le regioni italiane, tranne in Molise e nella Liguria, che porta i rifiuti a Torino".

E dove si realizzerà?

"La competenza in questa materia non è della Regione: il piano dei rifiuti prevede la costituzione di una Ata unica regionale per l’impiantistica, mentre le cinque Ata provinciali continueranno a occuparsi di raccolta. Una volta approvato dal Consiglio regionale il piano (difficile prima della fine della legislatura, ndr), servirà una legge successiva per la costituzione dell’Ata regionale. Nel percorso verso il termovalorizzatore (cinque o sei anni) le Ata provinciali si dovranno porre il problema dell’ampliamento o meno delle discariche esistenti in base alle esigenze dei territori. Ad esempio, l’Ata della provincia di Pesaro e Urbino dovrà decidere se allargare Monteschiantello o Tavullia, oppure se realizzare un’altra discarica per i rifiuti urbani".