DAVIDE EUSEBI
Economia

Olio di altissima qualità nelle Marche nel 2024 dopo la pessima ultima annata

Coldiretti: “L’olivicoltura sta vivendo una fase di svolta e ha bisogno di interventi di ammodernamento e investimenti”. La resa nella nostra regione, dove si contano circa 9.500 ettari di oliveti (oltre il 35% bio) e 141 frantoi. Un settore che vale oltre 22 milioni di euro

Olio di altissima qualità nelle Marche nel 2024 dopo la pessima ultima annata

Un olio di altissima qualità e una produzione che tornerà nella media dopo la pessima annata 2023. Con la stagione olivicola arrivata al giro di boa, si fanno i primi bilanci ma i produttori sono preoccupati dall’aumento dei costi dovuti alle basse rese. Proprio per questo Aprol Marche, l’associazione dei produttori legati a Coldiretti, ha presentato una serie di proposte alla Regione Marche per sostenere il settore e incrementare la produzione. “L’olivicoltura – dicono da Coldiretti – sta vivendo una fase di svolta e ha bisogno di interventi di ammodernamento e investimenti se vuole stare al passo con una concorrenza che arriva soprattutto dall’estero. Come qualità l’olio italiano non teme confronti ma negli anni la produzione è calata mentre quella di altri Paesi del Mediterraneo è aumentata”.

Secondo Aprol occorre sfruttare il Csr, la nuova sigla del Piano di sviluppo rurale, per sostenere gli investimenti su oliveti per la produzione di olive biologiche o destinate alle denominazioni di origine. “Servono sostegni agli investimenti – commenta Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Pesaro Urbino e produttore - di ammodernamento degli oliveti esistenti, di recupero di quelli abbandonati e la creazione di invasi con pompaggi e cambiare passo per una gestione della risorsa idrica programmata, senza la quale non si può garantire una produzione costante e di qualità”.

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