Meteo, nebbia in Emilia Romagna, Marche e Veneto: cosa è, quanto durerà e come si forma

Arpae prevede foschie dense almeno fino al 31 gennaio. L’esperto Ampro Roberto Nanni: “E’ una nuvola ad altezza del terreno che si forma in seguito alla condensazione del vapore acqueo”. Ma la colpa è anche dell’inquinamento

Bologna, 29 gennaio 2024 - Da qualche giorno la  pianura padana si risveglia - e poi va a letto - immersa in una coltre ovattata di nebbia. Erano anni che non si vedeva così fitta: 'che si taglia col coltello', si diceva una volta. Incubo degli automobilisti, per i sognatori è una compagna invernale che evoca paesaggi fiabeschi. Il fenomeno non si verifica sono in Emilia Romagna  ma  anche nelle Marche: è di ieri la  notizia dei voli cancellati e caos all’aeroporto di Ancona. Problemi anche in Veneto: nel Padovano stamattina all’alba un uomo è morto in un incidente su una provinciale immersa dalla nebbia. 

Tre scatti della nebbia postati su Emilia Romagna Meteo: nel Reggiano  (foto di Elena Lanzzi), a Ferrara e a Marina di Ravenna
Tre scatti della nebbia postati su Emilia Romagna Meteo: nel Reggiano (foto di Elena Lanzzi), a Ferrara e a Marina di Ravenna

Quanto durerà la nebbia

Le previsioni di domani, 30 gennaio, indicano "Estesi banchi di nebbia sulle zone di pianura e costa, nel corso delle ore diurne, sereno altrove. In serata ancora cieli coperti, con nebbia o foschia tra Bolognese e Romagna". Ma il fenomeno non sarà transitorio: secondo Arpae la nebbia ci accompagnerà di sicuro fino a mercoledì 31 gennaio. Successivamente, il tempo resterà stabile fino al 4 febbraio, regalandoci quindi "al mattino e nelle ore serali visibilità ridotta per la presenza di foschie dense o nebbie sulle aree di pianura e nelle aree vallive".

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Nebbia: cos'è e come si forma

Ma cos'è la nebbia? L'abbiamo chiesto a Roberto Nanni, tecnico meteorologo Ampro. "In sostanza è una nuvola ad altezza del terreno che si forma in seguito alla condensazione del vapore acqueo - spiega l'esperto - Dal 'bel tempo' trae le origini, poichè quando c'è alta pressione il suolo si raffredda molto più velocemente, e così nell'aria, se c'è abbastanza umidità (80-90%), si raggiunge il punto di rugiada e si formano delle minuscole goccioline in sospensione (drizzly)". Certo, non basta l'alta pressione, aggiunge Nanni: "Per ottenere la nebbia, oltre a una situazione meteorologica statica con assenza di moti verticali, occorre anche la presenza di particelle solide. Questi nuclei di condensazione possono avere origine naturale (pollini, polveri tra 3 e 20 micrometri) oppure, per la maggior parte, umana".

Le cause: CO2 e polveri sottili

La colpa insomma è anche dell'inquinamento: "Industrie e trasporti alimentati con i combustibil fossili, impianti di riscaldamento a gas, generano - spiega Nanni - oltre ai composti del carbonio (CO, CO²), inquinanti come i composti dello zolfo, il biossido di azoto, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e, in primis, il particolato fine (PM): meglio conosciuto come polvere sottile, che per altro è la forma ritenuta più pericolosa per la salute umana quando la sua concentrazione supera certi limiti".

Perché parliamo di smog

Il termine, in uso da anni anche da noi, viene dalla crasi inglese tra smoke+fog, cioè inquinamento + nebbia. Il fenomeno, ricorda sempre Nanni, è "calato in modo sostanziale dagli anni Sessanta e Settanta, ma la percentuale di sostanze inquinanti circolanti in atmosfera sono ancora elevate". E, peggio, "in presenza di nebbia la tossicità del particolato atmosferico raddoppi: la nebbia può agire come un reattore in grado di amplificare gli effetti tossici delle sostanze chimiche contenute nel particolato compresi molti inquinanti, provocandone in parte la deposizione, in parte modificando la stessa composizione, per poi rilasciarle in atmosfera, quando la nebbia si dissolve".

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