
Modena, 3 ottobre 2024 – La presenza di auto sospette, secondo la difesa, in transito in orari compatibili e nei pressi del luogo del delitto ma anche la fuga dell’imputato all’estero. Sono stati questi i temi, ieri, al centro dell’udienza del delicato processo contro Mohamed Gaaloul, il tunisino 30enne accusato di aver ammazzato a coltellate la 32enne e mamma di una bimba Alice Neri, il cui cadavere fu trovato carbonizzato nell’auto data alle fiamme nelle campagne di Concordia il 18 novembre di due anni fa.

Al termine della pausa estiva, dunque, è ripreso il procedimento con la deposizione, ieri, di due carabinieri che si occuparono delle indagini. Il primo teste ha ripercorso i momenti dei sopralluoghi sulla scena del crimine, spiegando come la tanica d’olio esausto, presumibilmente utilizzata per il rogo sia stata sottoposta a sequestro due giorni dopo il delitto, dal momento che la stessa risultava spostata rispetto al luogo originario. Dopo di che il militare ha risposto alle istanze presentate dalla difesa dell’imputato, l’avvocato Roberto Ghini circa la presenza di ulteriori auto individuate nei pressi delle campagne teatro del delitto e in orario compatibile, alle 5.15 del mattino.
Atti nuovi per estrapolare i quali la difesa ha chiesto di rinviare il proprio contro esame al teste: richiesta accolta dalla presidente della corte d’Assise, dottoressa Ester Russo che ha disposto acquisizione e deposito del nuovo materiale. Successivamente un secondo militare del nucleo investigativo ha riferito alla Corte le attività di indagine svolte per seguire gli spostamenti di Gaaloul, inizialmente nel mantovano e successivamente nel viaggio verso l’estero; spostamenti documentati anche verificando i momenti in cui il telefono dell’imputato agganciava i wi-fi dei mezzi pubblici. Al termine dell’udienza, il legale dell’imputato, l’avvocato Ghini ha commentato: “Ci sono due auto che transitano su via Mazzalupi (la strada nella quale entrà l’auto della vittima, alle 5.15 del mattino e che conduce in via Dugale Secondo, dove è stata rinvenuta carbonizzata) e che non escono – spiega l’avvocato Ghini – . Ma l’idea che a istanze che ho depositato a gennaio 2023 mi rispondano oggi, in aula, lo reputo assurdo e credo sia un segno di fragilità del quadro indiziario. Una di quelle auto si diresse verso Mantova, la seconda, però, nessuno sa dove sia finita”.
Gli avvocati che assistono la famiglia della vittima, i legali Marco Pellegrini e Cosimo Zaccaria, si dicono soddisfatti dell’esposizione dei testi di pg in particolare con riguardo ai passaggi della fuga di Gaaloul da Concordia e poi dall’Italia e relativamente all’analisi del telefono cellulare sequestrato all’imputato. “Il teste ha mostrato il materiale del cellulare di Gaaloul, soprattutto delle ricerche frenetiche fatte dall’imputato su internet relative al delitto, di cui alcune anche prima che venisse trovata la vettura bruciata – commentano – . Questo è un dato dal nostro punto di vista molto significativo”.
La prossima udienza è prevista per mercoledì 23 ottobre.