VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Alice Neri, il processo. In aula l’amica di sempre: "Stava attraversando un momento difficile"

Carlotta Borriello ha ricostruito l’ultimo periodo della vittima: "Aveva iniziato una relazione con un collega, che voleva interrompere. Per me lei era una sorella, da due anni cerco risposte sulla sua morte".

Alice Neri, il processo. In aula l’amica di sempre: "Stava attraversando un momento difficile"

Alice Neri, il processo. In aula l’amica di sempre: "Stava attraversando un momento difficile"

"Per me Alice era una sorella, siamo cresciute insieme. Ho perso un pilastro di vita. Quel giorno, quando l’ho saputo, mi è scivolato il mondo addosso. In due anni le ho pensate tutte, senza mai trovare una risposta". Ha deposto ieri in aula Carlotta Borriello, la migliore amica di Alice Neri, la giovane mamma di Ravarino brutalmente ammazzata a coltellate nelle campagne di Concordia il 18 novembre di due anni fa. Ieri si è svolta infatti la seconda udienza dibattimentale del processo che vede imputato per omicidio volontario e distruzione di cadavere Mohamed Gaaloul, 30enne tunisino e unico indagato per l’efferato delitto. L’imputato era presente in aula e, all’uscita dalla stessa, come avvenuto anche in passato davanti alla stampa ha dichiarato: ’Non sono io l’assassino di Alice’. Il processo ieri si è aperto con la deposizione di un cittadino di Concordia che, per primo, nel tardo pomeriggio del 18 novembre mentre effettuava una manovra in retromarcia, è incappato nell’auto della vittima, data alle fiamme. A parlare, poi, è stato il giovane che aveva affittato il terreno tra i due laghetti di Fossa di Concordia dove è avvenuto il delitto e che si occupava della manutenzione dei luoghi. Era sua quella tanica colma di olio esausto che sarebbe stata svuotata sull’auto di Alice per poi appiccare il rogo. "Ho appreso di quanto accaduto il 19 e mi sono recato sul posto – ha dichiarato il testimone – la tanica era stata spostata verso la mia roulotte, dove custodisco la legna. Era rovesciata e vuota eppure il giovedì pomeriggio (il giorno precedente l’omicidio) ero passato: era piena e al suo posto. Quell’olio lo usavo per lubrificare la motopompa: chi lavora in campagna sa che brucia per tanto tempo". Dopo di che sono stati sentiti due militari dell’Arma, che si occuparono chi del sequestro della tanica in questione, (su cui furono trovate le impronte dell’imputato), chi delle indagini nell’immediatezza dei fatti. Ad entrare in aula è stata quindi Carlotta, la migliore amica di Alice.

Nel corso della sua testimonianza, più volte, dinanzi alle domande del pm e dei legali il presidente della Corte d’Assise, dottoressa Ester Russo ha invitato i presenti ad occuparsi dei ‘fatti’. La giovane amica della vittima ha parlato di un momento ‘delicato’, difficile e di fragilità vissuto dalla vittima, del dolore provato con la perdita del nonno per poi spiegare come le avesse confidato di frequentare alcune persone. Tra queste il collega della vittima, definito più volte ‘il terzo uomo’. "So che avevano iniziato a frequentarsi, che lui era molto preso e che si messaggiavano – ha detto in aula –. C’era una relazione che Alice disse di voler interrompere ma lui era molto insistente. Se lo era trovato accanto in auto, mentre era con Nicholas un giorno e temeva che potesse dirgli qualcosa. Mi ha detto che lei, Nicholas, non lo avrebbe mai lasciato. Non mi ha mai detto, però, di essersi sentita controllata o seguita. Ci siamo viste ad ottobre e avrei dovuto rivederla proprio il week end in cui è stata uccisa". L’amica ha escluso che la vittima potesse dare passaggi agli sconosciuti. "Le nostre serate? Spesso con i bambini e si tornava a casa per mezzanotte" ha detto ancora. L’amica, una volta fuori dall’aula ha spiegato come nell’ultimo anno Alice fosse alla ricerca di se stessa.

A prendere parola è stata poi la psicologa di Alice, che ha descritto la vittima come intelligente, vivace, solare, entusiasta del suo lavoro. "Si sentiva in pericolo? No. Negli ultimi incontri mi riferiva di un riavvicinamento con il marito e di voler lavorare sul suo matrimonio. Mi riferì di aver interrotto la relazione con il collega, di cui non mi ha mai fatto il nome".