Gioco d’azzardo e rischi L’assessore Bosi a Roma: "La dipendenza alimenta un circuito vizioso"

"Il giro d’affari è spaventoso e favorisce la criminalità organizzata"

Gioco d’azzardo e rischi  L’assessore Bosi a Roma:  "La dipendenza alimenta  un circuito vizioso"

Gioco d’azzardo e rischi L’assessore Bosi a Roma: "La dipendenza alimenta un circuito vizioso"

di Stefano Luppi

Andrea Bosi, assessore comunale alle legalità, ieri era alla Camera a Roma per un dibattito con Federico Cafiero de Raho, già procuratore nazionale antimafia e oggi vicepresidente della Commissione Antimafia. L’occasione per l’amministratore modenese, numero due di Avviso pubblico, associazione nazionale contro mafie e corruzione, è stata la presentazione dell’edizione aggiornata de "La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma", edito da Altreconomia e curato da Claudio Forleo e Giulia Migneco, volume che fa il quadro sulla situazione in Italia riguardo a gioco d’azzardo e ludopatie negli ultimi anni.

Spiega Bosi: "Il ruolo diretto di Regioni ed enti locali è assolutamente imprescindibile per questo argomento perché le regole che l’Italia si dà investono da vicino gli enti territoriali. La loro compartecipazione al gettito erariale non ci sembra sia una risposta corretta alle criticità legate al dramma rappresentato dalla dipendenza, ma rischia semmai di alimentare un circuito vizioso. Riteniamo che sia inconciliabile quanto si propone la legge delega: combattere la dipendenza da gioco d’azzardo mantenendo l’attuale gettito erariale garantito dall’attuale mercato. Il gioco legale va tutelato attraverso il suo ridimensionamento, nel numero dei punti vendita e nell’offerta di tutti i giochi". L’assessore fa riferimento al recente disegno di legge delega del governo sulla riforma fiscale in discussione in Parlamento e con lui e Cafiero de Raho ieri ne hanno discusso con gli autori anche la vicepresidente della Camera Anna Ascani e il deputato Gian Antonio Girelli. I numeri sono preoccupanti e quello italiano è un "azzardo" molto ampio per un paese che grazie alle nuove tecnologie riesce a spendere fiumi di denaro senza nemmeno uscire di casa o allontanarsi dalla scrivania del proprio ufficio. Millecinquecentocinquantaquattro euro: è, infatti, la cifra pro-capite in puntate d’azzardo registrata in Emilia-Romagna nel 2021, secondo i dati e i numeri in tutta la Penisola sarebbero in crescita nel 2022 secondo il Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm). La cifra della nostra regione, la quinta maggiore in una poco allegra classifica, è poco sotto il livello medio nazionale che si attesta su milleottocentoventisette euro per un totale di 111,7 miliardi di euro l’anno. Numero appunto che crescerebbe a circa 140 miliardi di euro in giocate, favorite anche dal lavoro della criminalità organizzata che si occupa sia di gioco d’azzardo legale che illegale.