"Giulia vittima due volte: del marito e della giustizia". L’Udi Modena fa proprie la rabbia e l’amarezza di Giovanna Ferrari dopo la notizia che l’assassino di sua figlia è già in semilibertà, anni prima rispetto al fine pena (2025), già anticipato per "buona condotta" (matematicamente i 19 anni e 4 mesi di condanna sarebbero scaduti nel 2028).
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Secondo l’Udi, Marco Manzini – tecnico di San Michele dei Mucchietti oggi 48enne – e chi, come lui, si macchia di reati gravissimi (la uccise nel 2009 e inscenò il suicidio gettando il corpo nel Secchia), non dovrebbe avere diritto a sconti.
L’associazione – schierata in difesa delle donne – elenca poi, tramite la sua presidente Serena Ballista, quelli che sarebbero i punti deboli della sentenza.
"Rito abbreviato, delitto d’impeto al posto di un ragionevolmente evidente delitto premeditato, la buona condotta, la mediazione penale e l’azione riparativa risarcitoria ribaltata in ’volontaria’ e ridicolizzata perché applicata a suo esclusivo vantaggio (di Manzini, ndr): tutto questo è violenza istituzionale e vittimizzazione secondaria".
Per Ballista, Giulia Galiotto – colpita in testa con una pietra dal marito – è "vittima due volte, vittima ora di una giustizia che non può dirsi tale con queste premesse".
Udi Modena ritiene "che certe misure, che definire garantiste nei riguardi dell’autore di femminicidio è troppo poco, non possano essere previste per reati di tale gravità, che non devastano la vita soltanto di chi viene ammazzata, ma anche dei familiari che sono costretti a fare i conti con l’enorme perdita quotidianamente e per sempre. Risparmiamo loro almeno la beffa". Ballista mette in guardia sul fatto che "questa nostra società patriarcale a oltranza, con messaggi contraddittori e minimizzanti del femminicidio esce fortificata".
L’Udi garantisce che "resterà al fianco di Giovanna Ferrari perché per ogni donna offesa, siamo tutte parte lesa".