
Non capita spesso che la chiesa si interroghi pubblicamente sugli abusi sui minori in ambito ecclesiale. L’occasione è la testimonianza...
Non capita spesso che la chiesa si interroghi pubblicamente sugli abusi sui minori in ambito ecclesiale. L’occasione è la testimonianza del gesuita francese Patrick C. Goujon, autore del libro ‘In memoria di me. Sopravvivere a un abuso’. I modenesi potranno ascoltarlo nell’incontro ‘Sopravvivere a un abuso’ in programma lunedì 30 giugno alle 21 alla Parrocchia Madonna Pellegrina (ingresso da via Adria 23). Dialoga con il sacerdote Maria Chiara Rioli. Una serata all’aperto (in caso di maltempo si svolgerà in chiesa), a rivelare proprio l’intenzione degli organizzatori di aprire la discussione alla città, senza veli. Patrick C. Goujon nel suo libro racconta di essere stato abusato per tre anni da un sacerdote nella piccola diocesi francese di Verdun. La pubblicazione ha avuto clamore in Francia dove è stata pubblicata nel 2021 con il titolo Prière de ne pas abuser. Il quotidiano francese "La Croix’ – riporta l’Avvenire – ha definito il piccolo saggio come una ‘vittoria della letteratura, della bellezza come strumento per continuare a vivere nonostante l’orrore’". Il tema è la condanna della reticenza se non proprio l’omertà che ha caratterizzato la chiesa cattolica di questi anni rispetto al fenomeno. Sebbene vada dato atto alla chiesa francese di aver tentato, soprattutto negli ultimi anni, di rompere il muro di silenzio. L’obiettivo è sollecitare la denuncia di questi casi, non solo l’allontanamento dei responsabili. "La sordità di fronte ai casi di pedofilia nella Chiesa - si legge nel testo di Goujon - mi fa infuriare. Il suo silenzio sprofonda le vittime nell’impossibilità di parlare, nella loro vergogna e nei loro dolori".
È un libro che apre comunque alla speranza poiché, pur non nascondendo gli abusi, racconta il percorso di recupero che il sacerdote ha intrapreso grazie a psicoterapeuti, reumatologi, osteopati e le letture delle favole di La Fontaine. "Una riflessione – spiegano gli organizzatori della serata – che può aiutare le comunità parrocchiali a prendere consapevolezza di un fenomeno su cui non è più possibile tacere".
g.a.