
Nel Duomo gremitissimo, l’arcivescovo Castellucci ha celebrato la Messa vespertina del Lunedì dell’Angelo in suffragio di Papa Francesco, una liturgia...
Nel Duomo gremitissimo, l’arcivescovo Castellucci ha celebrato la Messa vespertina del Lunedì dell’Angelo in suffragio di Papa Francesco, una liturgia di memoria e di gratitudine. Presenti numerose autorità cittadine, amministratori, politici, rappresentanti delle forze dell’ordine, fra cui il prefetto Fabrizia Triolo, il vicario del questore Maurizio Ferraioli, il capitano dei Carabinieri Francesco Leone, il sindaco Massimo Mezzetti e la vicesindaco Francesca Maletti, l’assessora Federica Venturelli, il presidente del consiglio comunale Antonio Carpentieri, il consigliere regionale Gian Carlo Muzzarelli e i consiglieri comunali PierGiulio Giacobazzi e Luca Negrini.
In molte chiese ieri le campane hanno suonato a lutto: "La Pasqua, nel cui clima viviamo questi giorni, è mescolanza di morte e vita. Come la vita è un intreccio di buio e luce, di sofferenza e gioia – ha sottolineato don Erio nella sua omelia –. La speranza cristiana è la luce accesa in mezzo alle tenebre". Papa Francesco ha voluto intitolare alla speranza il Giubileo che stiamo vivendo "e l’Anno Santo è come il suo testamento", ha proseguito il vescovo, tratteggiando la figura del Pontefice, la sua "disarmante semplicità" di fratello, padre, nonno. Don Erio ha ricordato come il Papa fosse sostenuto sempre dalla forza della preghiera, e fino all’ultimo è stato con la gente: "Il Buon Pastore lo ha associato alla sua Pasqua". Ora si prega per Francesco, e si dovrà pregare anche per il suo successore: "C’è molta confusione su questo pianeta, decine di guerre, ingiustizie e violenze – ha concluso don Erio –. Abbiamo bisogno di punti di riferimento solidi e di un grande operatore di pace che porti la Luce del Vangelo".
Stefano Marchetti