"Riflettiamo insieme sul nostro linguaggio"

Il direttore Francesconi: "È importante chiamare le cose con i loro nomi"

"Riflettiamo insieme  sul nostro linguaggio"
"Riflettiamo insieme sul nostro linguaggio"

Daniele Francesconi, direttore del festivalfilosofia, cosa si nasconde dietro la scelta del tema di quest’anno?

"Il tema, come già annunciato, sarà ’parola’. Un tema che ci consentirà di confrontarsi, scambiarsi idee ma allo stesso tempo anche riflettere su noi stessi. La parola infatti, conserva in sé tantissimi significati differenti: da quella scritta, a quella che dà vita alla comunicazione, quella che crea empatia tra chi parla e chi invece ascolta. Ma se in un’epoca come la nostra sembra che tutti possano prendere parola, questo in realtà accade in un modo sempre meno incisivo. Ed è bene iniziare a riflettere anche su questo aspetto".

Come si inseriscono i social in questo contesto?

"I social, è evidente, richiedono velocità. E questo non sempre milita a favore delle parole e del pensiero, che come si sa richiedono tempo. Inoltre, sono un ’luogo’ potente di polarizzazione, perché sono congeniati proprio in questo modo: sono un forte strumento di propaganda e di manipolazione. Anche per questo motivo risulta fondamentale avere consapevolezza dell’uso che se ne fa, affinché si possano mettere a frutto le potenzialità che anche i social network possono avere".

Che risposta c’è da parte dei giovani?

"È una generazione molto curiosa. Accogliamo tanti ragazzi, tanti gruppi, anche in arrivo dalle scuole. Non solo alle lezioni ma anche ai diversi appuntamenti. In molti sono convinti che i giovani non parlino più tra di loro, ma non è così. Anzi. Conoscono le lingue e sono esposti alla molteplicità della comunicazione".

Qual è il contributo che le parole danno alla nostra epoca?

"Chiamare le cose con il loro nome è un aspetto fondamentale, nella vita di tutti noi. Padroneggiare le parole lo è altrettanto. Spesso parliamo di linguaggio d’odio, un tema che affronteremo anche durante il festival. Gli epiteti denigratori sono sempre esistiti, ma attraverso i social hanno avuto un’impennata, perché protetti dall’anonimato. Quando non si hanno le parole giuste per esprimere le proprie emozioni spesso si ricorre a modi brutali, violenti, capaci di far male. E su questo è urgente una riflessione".

Quali appuntamenti non perdere?

"Ce ne sono tanti, o meglio, tantissimi. Tra questi anche una lezione con Eva Meijer sulla decifrazione delle ’grammatiche’ animali, ma anche la lezione-spettacolo sull’incerto futuro della satira di Saverio Raimondo e il dialogo tra Anna Maria Lorusso e Giorgia Serughetti, che faranno il punto sulle politiche linguistiche di genere e la loro relazione con la democrazia, anche evidenziando lo scarto tra innovazioni intenzionali nella morfologia delle parole e processi evolutivi della lingua".