«Tutela dei minori, il sistema regionale è sano anche se soffre di alcuni ’raffreddori’»

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«Migliorare l’omogeneità di intervento della rete che gestisce il sistema della tutela minorile, sostenere i professionisti e le famiglie affidatarie (anche attraverso la formazione), promuovere la figura dell’esperto giuridico e, infine, incoraggiare un autocontrollo sistematico che consenta di rilevare eventuali scostamenti degli standard». Queste le proposte di miglioramento e ristrutturazione del sistema regionale di tutela del minore presentate da Giuliano Limonta (nella foto, presidente della Commissione tecnica regionale di valutazione del sistema di tutela dei minori, voluta dalla Giunta) in Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini. Limonta ha comunque voluto precisare che «l’organismo dell’Emilia-Romagna è sano nonostante alcuni raffreddori». Sui fatti di Bibbiano ha poi spiegato che, pur aspettando gli esiti delle indagini giudiziarie, «risultano estranei e incompatibili con l’attuale impianto normativo vigente». Sulle criticità del sistema il presidente della commissione tecnica ha parlato di rischi di disequilibri nell’intervento valutativo e negli obiettivi di cura, tutela e protezione, di percorso giudiziario condizionante e di carenze nella fase della valutazione delle situazioni relazionali traumatiche. Sui punti di forza ha invece riferito della capillarità dei servizi su tutto il territorio regionale, della qualità dei professionisti attivi nel sistema e dell’estensione della rete delle famiglie affidatarie.

Non si fa attendere la replica di Andrea Galli, Forza Italia, che recentemente ha abbandonato la Commissione: «I risultati presentati dimostrano quanto Forza Italia ha sempre sostenuto. Il Pd e la maggioranza che governa l’ufficio di presidenza attraverso l’asse Pd-M5S non ha fatto altro che – ribadisce Galli – tentare di insabbiare gli orrori emersi dall’ordinanza del gip dell’inchiesta Angeli e Demoni. Snocciolare dati regionali in base ai quali il numero di allontanamenti di minori dalle loro famiglie in Emilia Romagna è in linea con la media nazionale e inferiore alla media europea non significa assolutamente nulla. I dati vanno valutati provincia per provincia e allora l’anomalia Val d’Enza emerge con tutta la sua evidenza – continua il forzista –. A Reggio Emilia il numero dei minori in affidamento (403 minori con affidamento familiare in corso nel 2017, contro ad esempio i 70 di Ferrara o i 90 di Parma) è in costante aumento da anni ed è il quadruplo ad esempio rispetto a Parma».