FRANCESCO RINALDI
Modena

Modena 29 settembre, i big del concerto. Le emozioni di Vandelli

L'intervista al leader dell'Equipe 84: "Cantare nella mia città la gioia più grande"

Maurizio Vandelli tra i protagonisti del concerto Modena 29 settembre (Foto Fiocchi)

Modena, 29 settembre 2016 - «Tutta la città correva incontro a noi…». Ecco, tutta Modena – giovedì alle 20.30 in Piazza Roma – deve correre incontro agli artisti di 29 Settembre, il grande concerto che quest’anno si potrebbe intitolare «dal beat a Sanremo». Alexia, Mario Lavezzi, Andrea Mingardi, Marco Ferradini e tanti altri, tra cui molti giovani, sono nel cast. A chiudere, «Mister 29 settembre», Maurizio Vandelli dell’Equipe 84: la band di «Tutta mia la città» e «Nel cuore nell’anima» è infatti il simbolo dell’irripetibile stagione musicale vissuta da Modena negli anni Sessanta e Settanta.

Vandelli, com’era in quel periodo la «capitale del beat»?

"Un posto in cui noi ragazzi dovevamo risolvere un problema: come vivere senza fare un accidente! C’era un’atmosfera molto allegra, non certo da tetri «anni di piombo». Da tutti i bar usciva la musica dei jukebox e noi ci trovavamo al Grande Italia (in Largo Porta Bologna, oggi intitolato proprio «Piazzetta 29 Settembre», ndr) sognando di trovare un’alternativa alla vita da impiegati. Sviluppavamo la creatività scambiandoci idee: ce la faceva chi, come Guccini o i Nomadi, era un po’ più poeta o musicista degli altri. «29 Settembre» è del 1967 e ancora celebriamo la data".

Ma qual è la storia di questa canzone?

"Non so perché Mogol scelse proprio quel giorno: bisogna che glielo domandi! Non ce lo disse mai e forse non lo sapeva nemmeno Lucio Battisti. Fu lui a farcela sentire per la prima volta al pianoforte di un ufficio della Ricordi. Io suonavo il beat e subito rimasi un po’ perplesso, finché non intonò «Poi d’improvviso lei sorrise» e mi venne un brivido. Capii che era davvero un capolavoro. Il primo ottobre sarà su Rai Uno per lo spettacolo «Viva Mogol»".

La emoziona rivedervi?

"L’ultima volta ci incontrammo per un concerto proprio a Modena, circa cinque anni fa in Piazza Grande. Ricordo che aveva uno strano modo di proporre i suoi testi: ti si avvinghiava addosso come un serpente e, stonando, urlava le parole nell’orecchio! Andò così per «Io ho in mente te»".

Giovedì ci saranno anche molti giovani emergenti, come eravate voi nei primi anni Sessanta.

"Allora però mancava Internet e le case discografiche andavano a mille assoldando sia i veri geni sia chi non sapeva neanche suonare. Adesso invece che il diritto d’autore è morto, senza un talent purtroppo è più difficile uscire dalla propria cantina…"

Finalmente torna a Modena dopo averla lasciata appena maggiorenne.

"Anche se mi toccherà rendermi conto di quanto tempo è passato e forse dovranno ripresentarsi, spero davvero che vengano tutti i miei amici di una volta! Cantare nella mia città è l’emozione più grande: ho vissuto per tutta l’infanzia molto vicino a Piazza Roma e sono sicuro che qualche «lacrimuccia» mi scapperà!"