Ave Laurienté: Sassuolo da pazzi all’Olimpico

Per la prima volta i neroverdi vincono in casa della Roma. Due gol e un assist del francese, Berardi dal dischetto e segna anche Pinamonti

Ave Laurienté: Sassuolo da pazzi all’Olimpico

Ave Laurienté: Sassuolo da pazzi all’Olimpico

di Stefano Fogliani

Clamoroso al Cibali, pardon, all’Olimpico. Il Sassuolo osa ove oltre non aveva mai osato, e viola per la prima volta nella sua storia il prato giallorosso. Dionisi si appende alla cintura lo scalpo dell’ennesima big castigata a domicilio e si gode una squadra che, nell’ordine, confeziona un’altra gara importante, archivia del tutto il discorso salvezza e guarda davanti a se non senza l’ambizione (16 in 6 partite nel ritorno) di non precludersi nulla da qui a fine stagione. Andando, grazie alla prova ‘marziana’ di Laurientè (al cassiere neroverde già brillano gli occhi, basteranno 40 milioni?) ed un’applicazione collettiva importante, oltre 100’ di ‘corrida’ alla fine della quale, nell’arena, restano a terra i giallorossi. Penalizzati anche dalla follia di Kumbulla che li lascia in 10 per metà gara ma più in generale da una gara disordinata, ma soprattutto da un Sassuolo che non sbaglia quel che non deve sbagliare. Volano, i neroverdi, non senza patire, ma nelle loro sofferenze c’è il valore aggiunto di una vittoria che entra di diritto dentro la ‘hall of fame’ del decennio sassolese in serie A.

La Roma muove per prima, con Wijnaldum che insidia Consigli quando non sono passati 2’, ma come succede a volte a scacchi prende ‘matto’ in due mosse. Troppo ‘lunghi’ e ‘slegati’ i giallorossi per riempire gli spazi dentro i quali i neroverdi si infilano quasi danzando. Henrique ispira, Frattesi ‘invade’ e Pinamonti conclude: la prima stilettata neroverde la piazza Laurientè con un tap in facile facile. Meno facile, ma nulla di difficile, la conclusione con cui l’attaccante francese, liberato da un gioco di prestigio di Berardi, raddoppia. Non siamo nemmeno al 20’: la Roma traballa – 8 tiri del Sassuolo, 2 della Roma a fine primo tempo – mentre il Sassuolo barcolla solo quando la Roma, disperata ma tutt’altro che sazia, trova la rete che pare rianimarla.

Il Sassuolo, però, resta ‘freddo’, gestisce e va a prendersi il tris al tramonto del primo tempo. Kumbulla scalcia Berardi in area, Fabbri aspetta il conforto del Var ma non può esimersi dal concedere il rigore con cui proprio Berardi riporta il Sassuolo lontano. Lontanissimo, in realtà, perché il Sassuolo che comincia la ripresa è in vantaggio di due gol e un uomo: la Roma prova a riarrampicarsi sul match inserendo Dybala e la mossa paga perché la Joya ci mette 5’ a incenerire Consigli e a gonfiare il petto dei giallorossi, che la gara la mettono sull’unico binario possibile. Corsa e fisico: il Sassuolo, che di rado trova transizioni ‘pulite’ e se non rinuncia a ‘pungere’ (Berardi pizzica la traversa al 51’, Henrique spreca subito dopo) si abbassa pericolosamente e si consegna ad una gara di retroguardia, in faticosissima gestione di minuti che non passano. Troppi, ma anche per una Roma che si sbilancia e paga dazio: Laurientè, in ‘sonno’ dall’intervallo, si risveglia giusto per piazzare l’ultimo acuto. Non segna, ma verticalizza per Pinamonti che non sbaglia e ‘griffa’ il poker neroverde sull’uscita di Rui Patricio. Siamo al 75’: c’è tempo giusto per riagganciare l’impresa epica dei neroverdi ad un’altra epica: il 4-3 che emerge dopo la rete nel recupero di Wijnaldum è punteggio che si ricorda a prescindere…