" È una Regia che ha fame e vuole risorgere"

Luca Vecchi: "L’unica cosa che mi sento di dire è un grande ’grazie’ a patron Amadei, Doriano Tosi e tutti i soci granata"

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di Daniele Petrone

Luca Vecchi, sindaco di Reggio, finalmente un derby vero col pubblico sugli spalti...

"Abbiamo una grande occasione: tornare finalmente a goderci tutti assieme uno spettacolo che ci è stato precluso per un anno e mezzo. Pur tuttavia non possiamo ancora dirci del tutto fuori da questa terribile pandemia, quindi anche allo stadio, così come in ogni altro luogo, ci vogliono prudenza e rispetto delle regole, per sé e per gli altri. In questo modo abbiamo la ragionevole speranza che non si tornerà più indietro, che non occorrerà tornare a vedere le partite solo in tv con gli spalti vuoti".

La Reggiana viene da un’amara retrocessione dalla B che purtroppo non ha potuto far riassaporare in presenza ai propri tifosi.

"Il ritorno in B è avvenuto nell’anno peggiore possibile. Reggio e la Reggiana hanno pagato il Covid come nessun altro, dopo avere atteso questa promozione per così tanti anni. Voglio ringraziare il patron Amadei, il ds Tosi e tutti i soci granata perché li vedo motivati e decisi a riprovarci, perché per primi hanno capito che questa stagione disgraziata senza il calore del pubblico, senza la possibilità di farsi trascinare dall’entusiasmo che senza alcun dubbio ci sarebbe stato, non doveva abbatterci. Alla proprietà granata non ho proprio nulla da chiedere in più, rispetto a quello che stanno facendo. Li ringrazio e sono felice che assieme abbiamo definito un protocollo importante per il ritorno dei colori granata in via Agosti. Ci tenevamo tutti. E grazie al contributo di tutti si sta finalmente realizzando".

Il derby ha sempre un sapore speciale. Che ricordi ha del passato?

"Ho visto vari derby, sia a Reggio sia a Modena. I miei ricordi sulla Reggiana risalgono ai primi anni ‘80. Al Mirabello dove andavo con mio padre. Ammassati nelle curve. La gente affollava i balconi. Era la Regia di Eberini, Francini, Zandoli e soprattutto Matteoli, il Maradona dei poveri... Ho seguito poi tutte le fasi più gloriose della serie A e quelle più dolorose. Non ho mai esternato ed enfatizzato questa passione perché in fondo, sinceramente, era anche pubblicamente coperta dall’impegno nell’atletica leggera. Come atleta, e poi come tecnico e dirigente".

Arriviamo alla Reggiana di oggi. Come giudica la squadra?

"La società si è mossa molto in fase di calciomercato, con una serie di acquisti mirati sino all’ultimo giorno utile. Credo sia il segnale di uno sforzo importante, della voglia di risorgere e di allestire una rosa adatta alla categoria".

Anche se il nuovo Modena del patron Carlo Rivetti, mister Stone Island, è una corazzata. È già una sfida promozione?

"Meglio che a parlare sia il campo. Già un’altra volta in epoche recenti entrambe hanno concorso per la vittoria finale del campionato. Ma una stagione è lunga, incidono moltissimi fattori e siamo solo all’inizio. Stiamo a vedere come si metteranno le cose da qua a marzo-aprile, poi forse si potrà spendere qualche parola in più in vista del finale di stagione".

Sarà allo stadio vicino al suo collega di fascia tricolore Muzzarelli?

"Ancora non lo so. Ma io e Giancarlo ci sentiamo spesso".

Le ha pronosticato una vittoria?

"Non faccio pronostici. Nello sport sono un po’ scaramantico. Però una cosa voglio dirla e va oltre il derby. In tre anni abbiamo visto tutto. Il fallimento. La rinascita. La promozione in B. La retrocessione. Una cosa non deve mancare: la fame. La fame e la passione che serve per inseguire un risultato e non ho dubbi che se così sarà, la Reggiana farà un bel campionato".