Giacobazzi campione Grande festa a Pavullo

Titolo italiano alla maratona di Ravenna, non ha dimenticato le sue origini "I miei genitori si sono sempre alzati alle 5: ho imparato a fare sacrifici"

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Mai dimenticare le proprie origini, anche quando si arriva a ‘volare’ parecchio in alto. Il 26enne Alessandro Giacobazzi, primo classificato alla maratona di Ravenna lo scorso 13 ottobre, martedì sera è tornato a casa, a Pavullo, per un appuntamento ‘speciale’: festeggiare la sua grandissima vittoria insieme all’Amministrazione comunale. Una serata completamente dedicata a lui, che è riuscito - fra le tante cose - a portare in alto il nome di Pavullo. Con addosso una felpa dell’Aeronautica Militare, nella quale milita dal 2018, è arrivato in sala consiliare, dove ad attenderlo c’erano amici, fan e cittadini. Ad intervenire sono stati il sindaco Davide Venturelli, con i saluti iniziali e le congratulazioni, poi a seguire l’attuale preparatore atletico Piero Incalza, il presidente dell’Atletica Frignano Rolando Tonioni e il delegato regionale di Coni Roberto Gianaroli. "Casa è sempre casa e festeggiare con la gente con cui sono cresciuto ha sicuramente un valore aggiunto - sottolinea Giacobazzi -. Il sindaco ha speso davvero delle belle parole nei miei confronti, riconoscendo che, nonostante le ‘semplici’ origini della montagna, sia riuscito a portare in alto il nome di Pavullo, e questo mi fa davvero onore".

A toccare particolarmente Giacobazzi è stata la domanda dell’assessore allo Sport Alessandro Monti, che ha chiesto quanto il sostegno della famiglia abbia influito nel conseguimento di questo risultato: "I miei genitori per una vita hanno lavorato in un caseificio, e io tutti i giorni fino a quando sono andati in pensione, Natale e Capodanno compresi, li ho visti alzarsi alle 5 del mattino. Così mi è stato trasmesso il messaggio che per raggiungere i risultati serve sempre passione", ha risposto il campione. Da maggio a seguire la preparazione di Alessandro è Piero Incalza, allenatore olimpico della Fidal, presente ieri per ricordare tutto ciò che ci sia dietro al raggiungimento di questo traguardo: "Ha parlato di come si sia evoluta la mia preparazione e di come abbiamo affrontato i momenti critici - prosegue Giacobazzi -. Poi ha ricordato come, nel vocabolario dello sport, non esista la parola ‘sacrificio’: ad allenarsi non si sacrifica nulla, l’allenamento è infatti un’attività in sé".

Proprio nei valori dello sport Alessandro aveva dedicato la sua vittoria all’amico e compagno di atletica Gianmarco Verdi, 21enne pavullese tragicamente scomparso lo scorso 28 maggio: "Un po’ come me, lui aveva una grande dedizione verso questa disciplina. In sala consiliare ieri c’era un altro ragazzo, di nome Matias, molto simile a noi come mentalità: in lui vedevo sia me che Giammi. E’ stata un’emozione indescrivibile. Durante i miei allenamenti spesso ci penso: quanto vorrei avere ancora Giammi qui di fianco a correre insieme a me. Per me lui è ancora qui, non se ne è mai andato".

Riccardo Pugliese