Giani, è un addio amaro: "Qui non tornerò più"

Il coach: "Se una società non ha creduto in me dopo una stagione così significa che non crederà più in me nemmeno in futuro"

Giani, è un addio amaro: "Qui non tornerò più"

Giani, è un addio amaro: "Qui non tornerò più"

di Alessandro Trebbi

Un Andrea Giani commosso ma anche amaro, quello che affronta i microfoni alla fine della partita, un Andrea Giani che non nasconde né la delusione per come sono finite le cose ("Si è rischiato di rovinare tutto") né l’orgoglio per come il gruppo lo ha seguito ("è questo il premio più bello"). Ecco allora le parole del coach, che partono dal ringraziamento all’omaggio del pubblico: "Un qualcosa di speciale, come quello che io vivo per questa città. L’ho vissuta da avversario, da giocatore, ho chiuso la mia carriera da atleta qui e oggi torno via come allenatore. Sono molto contento e molto sereno, di andare via dopo una stagione così".

Un’ultima vittoria con la panchina, ancora più valore?

"Ero convinto che chi ha giocato meno fosse pronto. I ragazzi dimostrano tutti i giorni quello che valgono".

Soddisfatto dei suoi?

"Questo gruppo ha saputo fare quadrato, ha sempre risposto in maniera straordinaria e siamo stati bravi a non farci toccare dall’ultimo periodo che non c’entrava niente con quest’anno".

Se ne andrà, sa già dove?

"A ottobre? Non lo so e sinceramente non mi pesa non saperlo oggi. Finita questa stagione, che è stata magnifica, ne aprirò un’altra con la Nazionale poi vedremo. Non voglio avere fretta, non devo per forza trovare qualcosa subito".

Potrebbe anche tornare a Modena, un giorno?

"Tornare qui per la terza volta? La vedo molto difficile, non con questa società. Nello sport si battono record, è vero, ma nel momento in cui una società fa una scelta significa che non ha più creduto nella mia figura. Se la società non ha creduto in una stagione come questa significa che non crederanno più in me in futuro".

Parla con grande dispiacere? È stato un fulmine a ciel sereno?

"Sì, ma l’unica cosa che veramente mi dispiace di questa vicenda è che dopo una stagione fantastica hanno rischiato di farci sentire come se la stagione fosse stata disastrosa. Invece ai ragazzi e allo staff, a Perugia, ho detto che eravamo stati grandi".

Ce n’è stato bisogno?

"I giorni successivi alla comunicazione che non sarei più stato l’allenatore sono stati per noi giorni di m... Non ce lo meritavamo. E oggi abbiamo dimostrato una volta di più quanto è forte questo gruppo, per me è il premio più grande. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Lo dico sinceramente, qualcuno invece ha detto che era orgoglioso di me e dopo quattro giorni succede qualcosa, significa che non è stato sincero. Se io non ti vado bene devi sapermelo dire. In questi anni sono sempre stato usato come testa di ponte, mi sono sempre messo davanti a tutto. Comunque accetto tutto, quello che mi importa è quello che mi danno questi ragazzi e questa città".

Quando tornerà al PalaPanini? "Sarà sempre speciale".