Giovanni Guidetti, l’uomo del grande slam

"E’ stato speciale poter festeggiare questa Champions con mia figlia. Si chiude un ciclo al Vakifbank ma ci saranno nuove sfide"

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Il ventisettesimo trofeo nella bacheca personale è quello dal sapore più dolce per Giovanni Guidetti, campione d’Europa col suo Vakifank per la quinta volta ma davanti a una spettatrice d’eccezione, la figlia Alison, inquadrata in braccio al papà pochi secondi dopo il trionfo: "Il condividere con mia figlia la gioia delle vittorie è qualcosa di impareggiabile – racconta il tecnico modenese – lei rideva felicissima, percepiva la mia felicità e ne godeva. La sua presenza è speciale per me, avrebbe reso sicuramente più morbida anche una sconfitta".

C’è però da stare attenti alle parole e ai gesti?

"Vero, ma a parte rompere un tablet ogni tanto, non faccio cose brutte che lei non debba vedere".

Giovanni, torniamo alla partita, ma soprattutto alla stagione. Una cavalcata trionfale, con cinque trofei su cinque...

"Una stagione speciale, alla fine di un ciclo di tre anni. Iniziata col 3-2 di Ankara del Mondiale per Club contro Conegliano davanti a 14mila persone e proseguito con alcuni veri miracoli. La coppa nazionale con l’infortunio di Gabi alla caviglia nel tie-break e la brasiliana che continua e gioca contro il parere del medico, portandoci alla vittoria. Poi in Champions la sconfitta nell’andata dei quarti di finale con Resovia e una semifinale vinta al golden set. E in finale scudetto col Fenerbahce eravamo sotto 2-1 sia nella serie che in gara 4. Insomma, siamo usciti da bare ancora non chiuse, grazie a un gruppo che ha imparato a non mollare mai".

Dopo il 2013 è il secondo Grande Slam?

"Sì, dopo quasi dieci anni. Il giusto premio a una squadra che cambierà, con Bartsch e Haak che affronteranno nuove sfide dopo tre anni pieni di sofferenze tra pandemia e anche grandi sconfitte. Il gruppo però è cresciuto tantissimo e nemmeno il miglior regista poteva immaginare questo finale. È un insieme di ragazze che ha imparato dalle batoste, tornando sempre più forte di prima".

E domenica?

"Nel momento più difficile del quarto parziale siamo rimasti lì palla su palla, rimontando e vincendo. Fantastico".

Dispiace dove cambiare tante pedine?

"Sì, molto, ma è la nostra vita. I giocatori vanno e vengono, ma ci saranno nuove sfide, con giocatrici nuove che dovranno imparare cosa è il Vakif".

A proposito di sfide: davvero Modena Volley l’ha cercata?

"Modena? No, nessun contatto".

Una novità certa è quella di Paola Egonu, che giocherà nel Vakif...

"Allenare la Egonu sarà molto stimolante, perché è oggettivamente l’attaccante più forte al mondo e penso che voglia venire qua per diventare la giocatrice più forte del mondo. Proverò a insegnarle alcuni passaggi, è una grande sfida per me e per lei".

Un Vakif Egonu-dipendente o collettivo con uguali responsabilità?

"La partita di ieri risponde alla domanda: io raramente ho vinto un match nel quale una attaccante contro di me ha fatto 40 punti. Paola ne ha fatti 39 e ha perso. Il singolo conta tantissimo, però non basta".

Ora che farà?

"Starò a Modena quattro giorni e poi inizierà subito con la Nazionale in Turchia ad Ankara. Martedì subito amichevole con l’Italia. Con questo calendario folle non c’è mai un attimo di sosta".

Alessandro Trebbi