La pallavolo non vuole arrendersi allo stop

"Immagino una finale all’Arena di Verona", dice. Ma difficilmente le società lo seguiranno

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Mentre sui social network si moltiplicano i messaggi di addio a Salvatore Rossini, Diego Mosna, presidente dimissionario di Lega Volley, continua a non comprendere lo stop imposto a tutti i campionati dalla Fipav, senza scudetto, promozioni e retrocessioni. Il patron dell’Itas Trentino, dal suo profilo Facebook, ha allora rinnovato l’invito alla federvolley di ripensarci, proponendo addirittura un play off all’Arena di Verona. "La lettera che il Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora ha inviato nella giornata di venerdì 10 aprile al Presidente del Coni Giovanni Malagò ci consegna un messaggio di speranza ma anche indicazioni precise e cariche di positività – scrive Mosna –. Nel suo documento, il Ministro parla di una possibile ripartenza degli allenamenti e delle attività per il 4 maggio. Questa lettera rende ancora più evidente quanto la decisione della Fipav di chiudere i campionati di Serie A sia stata inopportuna ma soprattutto avventata. Oltretutto, lo stesso Ministro indica la data del 4 maggio che, incredibile coincidenza, era la stessa che la Lega Pallavolo Serie A aveva segnalato come quella per una possibile ripresa degli allenamenti qualora la situazione dell’Emergenza Coronavirus fosse diventata sempre meno grave. Nel progetto della Lega c’era proprio l’eventualità di tornare in palestra per tutto il mese di maggio, per poi giocare i Play Off in giugno. Un’idea che rilancio e prendo nuovamente in mano con forza. Chiedo quantomeno di esaminare l’opportunità di giocare i Play Off Scudetto, assegnando sul campo il titolo di Campione d’Italia 2020. I Playoff li immagino da svolgere magari in una ambientazione esaltante come l’Arena di Verona, con un numero limitato di spettatori, distanziati l’uno dall’altro di duequattro metri, ma con una valenza solidale ben precisa e strutturata. I pochi biglietti d’ingresso disponibili potrebbero infatti avere un prezzo molto alto, il cui ricavato potrebbe essere interamente devoluto a chi sta dando tanto al nostro paese in questo momento, come medici, infermieri e operatori sanitari. In questo modo si abbandonerebbe l’inutile retorica di assegnare a loro lo scudetto. Anche lo sport necessita di una sua fase 2, che non può passare sicuramente attraverso il messaggio di chiusura totale dell’attività che la Fipav ci ha dato. Ripartire a maggio vorrebbe dire inoltre ridurre le perdite della Lega e dei Club, ma anche riuscire a contenere i tagli degli stipendi di chi lavora nel mondo della pallavolo. Credo sia doveroso almeno pensarci, sedersi "virtualmente" ad un tavolo e provare quantomeno a parlarne".

Qualcuno raccoglierà questa proposta? Sembra improbabile, col rompete le righe dato da tutti i club (compresa Trento), gli stranieri (vedi Bruno Rezende) già sugli aerei per il ritorno in patria, una trattativa sul taglio degli ingaggi che ovviamente prevede di non tornare più in campo.

Alessandro Trebbi