Un Modena cinico dà scacco alla Reggina

Rete annullata agli ospiti per fuorigioco, canarini in difficoltà, ma resistono. Nella ripresa i cambi danno ritmo e Diaw segna il gol partita

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Se parlassimo di ciclismo, questo avrebbe tutti i contorni del più classico del colpo di reni. Schiena piegata in avanti, in piedi sui pedali e guizzo vincente a pochi centimetri dall’arrivo. Ecco, immaginatevi proprio questa scena e trasportatela intorno al 65’ di Modena-Reggina. Dopo aver conosciuto le difficoltà dei primi chilometri e aver trovato l’equilibrio che serve per rimanere in gara, il Modena si è esattamente alzato sui pedali e ha attaccato, colpendo l’avversario quando era il momento di farlo. Forse memore delle esperienze passate, i canarini hanno esibito uno spietato cinismo certamente in zona gol, altrettanto ha fatto quando era il caso di difendere con ordine e qui subentra il ritorno, fondamentale, di Pergreffi e Gerli. Non è retorica, la loro assenza ha coinciso con quelle distrazioni e quel disordine tattico al quale Tesser non era per niente abituato e non è nemmeno un caso che il tecnico, ieri, si sia affidato inizialmente a 8 uomini della "vecchia guardia". Si torna sempre dove si è stati bene, insomma. Perchè da lì si riparte sempre, per costruire qualcosa che abbia basi solide.

E poi c’è il fattore "D". Anzi, il fattore "Davide". Davide Diaw e Davide Marsura, coloro che hanno confezionato la rete decisiva. Una sorta di doppia rivincita personale, aggiungiamo noi. Inutile girarci troppo intorno, il ricordo non bellissimo di Genova era ancora vivo ma in poco più di un secondo è magicamente dimenticato. Pippo Inzaghi ha presentato una Reggina dall’enorme potenziale, va ammesso. Il gol di Di Chiara al 7’ pareva già una condanna ma Var e guardalinee notano il fuorigioco, sulla traiettoria, di Majer e bene va al Modena. Tocca farli sfogare, pensano un po’ tutti. Menez al 20’ sfiora l’eurogol, Azzi e Coppolaro soffrono Cicerelli e Canotto, la velocità e la qualità calabrese mettono in seria difficoltà la tenuta canarina. Prova superata. Già dopo la mezz’ora Gerli prende in mano le redini del centrocampo e comincia a svegliare i suoi, incoraggia le ali e coinvolge le punte. Al 54’ uno-due Tremolada-Azzi a liberare il brasiliano in area, il suo cross non è raccolto da alcun compagno. Ma la vera svolta tattica arriva un minuto dopo: escono Tremolada e Falcinelli, entrano Marsura e Giovannini e le soluzioni offensive modenesi crescono. Dal cross di Marsura, appunto, nasce il colpo di testa di Diaw.

Poi, entra in scena Gagno. Autentico miracolo del portiere su Santander all’86, episodio che sancisce la vittoria del Modena. Sarebbe troppo semplice dire che sia la svolta. Non sarà una sola partita, seppur dall’importanza incredibile, a raccontarci se da questo momento in poi il Modena avrà capito tutto quel che non aveva compreso ad agosto e settembre. Certo è che vincere in casa con la capolista, è inevitabile dia quel qualcosa in più che deve tornare utile da qui in avanti. Ascoli dirà molto in questo senso. Ma non si guardi troppo avanti, adesso. Ora è il tempo della giusta soddisfazione, dell’elogio del "vecchio" (Gerli, Pergreffi e Gagno, tanto per citare i superstiti dell’ultimo Modena di Sghedoni) e della positività. Modena non ha mai smesso di crederci, ma oggi il sorriso può tranquillamente esser più largo del solito.

Alessandro Troncone