REDAZIONE PESARO

Pesaro, "Barelle ovunque, lunghe attese: caos Pronto soccorso"

Il Pronto Soccorso di Pesaro non è più come prima del Covid: affollamento, aggressioni e personale sotto pressione. Una situazione che richiede più spazi e personale per affrontare l'ondata di persone che va a colpire i reparti specialistici.

Risponde Franco Bertini

Caro Carlino,

inevitabile rimarcare le condizioni del pronto soccorso! Piccolo e personale insufficiente. In tre mesi sono dovuto venirci con mia madre anziana 5 volte, sempre gli stessi problemi. Il personale fa quello che può, ma è un caos totale: barelle ovunque, pazienti in attesa di ricovero, infermieri che li cercano gridandone il nome perché non si sa dove sono... e poco tempo per le necessarie cure e attenzioni ai malati che vivono, coi parenti, un’attesa infinita. Una condizione non degna di un paese civile. 

F. Amicucci

Risponde Franco Bertini

Gentile lettore, le rispondo secondo la percezione di un normale cittadino. Il Pronto Soccorso di Pesaro, probabilmente come altri, non è piccolo e forse (ma questo non è certo) neppure il personale è poco. Ma oggi al Pronto Soccorso ci vanno tutti, i malati, i paurosi di star male, chi vuol sentirsi dire che sta bene, chi vorrebbe chiamare il dottore ma tanto a casa non viene. E’ l’avamposto di una società cambiata, non può più essere pensato come fino a qualche anno fa, diciamo prima del Covid, oggi il Pronto Soccorso può diventare un vero terreno di battaglia, con qualche paziente che aggredisce il personale e le strutture e operatori che rifiutano di lavorarci. Non credo che a chi ci lavora dia soddisfazione trovarsi nelle condizioni da lei citate, "il personale fa quello che può", dice lei stesso, e allora dove sta il problema? Innanzitutto credo nella concezione non più al passo con le nuove: il Pronto Soccorso è un luogo che deve essere predisposto ad accogliere "folle" di persone, è la frontiera sanitaria su cui ci ammassiamo tutti, la barriera che deve cercare di ridurre, non certo di fermare, l’ondata che va a colpire i reparti specialistici. Per questo deve avere grandi spazi e molto personale. Ma vediamo e viviamo i fatti e ci lamentiamo.