L’Università di Urbino perde punti nell’ultima classifica del Times of Higher Education. L’ateneo ducale, secondo i valori presi in considerazione, non sarebbe più tra le migliori 500 università al mondo. Ma tra le migliori nel range 1.200 - 1.500. I dati sono stati pubblicati ieri e da UniUrb non ci sono commenti a riguardo. Si tratta infatti di un’analisi molto dettagliata e che comprende molte voci, il tutto non facendo distinguo tra atenei di fascia grande, media o piccola. Con valori in alcuni casi che potrebbero essere in contrasto. Tutto questo, non serve uno studio, potrebbe richiedere sforzi più grandi a realtà meno competitive e quindi creare un divario già in partenza sui dati finali. Infatti ogni organismo che stila ed elabora classifiche usa paramenti propri, spesso facendo distinguo per dimensioni.
Mille posizioni in discesa non sono poche ma il risultato è comunque interessante perché emerge la qualità di Urbino. Intanto sono iscritti 16.020 studenti di cui il il 65% è donna e il 35% è uomo mentre il 5% è straniero. Se al primo posto spicca l’università di Oxford con un punteggio di 98.5 per trovare un ateneo italiano bisogna scendere fino all’Università di Bologna che si piazza nella posizione 146 con un punteggio di 62.1; La Sapienza è in posizione 185 con un punteggio di 59.5. Nelle Marche l’università di Urbino totalizza un punteggio di 30.6 in posizione 1.201 - 1.500 con una delle valutazioni più alte a livello di regione nelle prospettive internazionali; La politecnica delle Marche di Ancona di 43,2 (con una posizione di 601 - 800), Camerino totalizza 38,1 punti (posizione 801 - 1.000) mentre Macerata nel 2024 era in posizione 1501.
I “ranking“ ovvero le voci di classifica andrebbero analizzate singolarmente, ma come avviene l’analisi del Times Higher Education World University? Guardando il sito internet possiamo vedere che sono valutate 2.092 università in 115 paesi nel mondo. La tabella si basa sulla loro metodologia, la Wur 3.0, che include 18 indicatori di prestazione. "Complessivamente – si legge nel portale –, abbiamo raccolto 472.694 punti dati da 2.860 istituzioni che hanno inviato dati. La nostra metodologia dettagliata, apprezzata in tutto il mondo da studenti, insegnanti, accademici, governi ed esperti del settore, si basa su: 157 milioni di citazioni, 18 milioni di pubblicazioni di ricerca, risposte al sondaggio di oltre 93mila studiosi". Dall’analisi emerge che sono in declino gli atenei di Regno Unito e USA.
Francesco Pierucci