"Il Parco dello zolfo va commissariato"

Il consigliere regionale Giacomo Rossi chiede un “reset“ immediato. Aguzzi: "Sono scoraggiato, non dipende dalla Regione"

"Il Parco dello zolfo va commissariato"

"Il Parco dello zolfo va commissariato"

"Il Ministero dell’Ambiente commissari il Parco nazionale dello zolfo di Marche e Romagna, senza aspettare il rinnovo delle cariche previsto a marzo, per farlo funzionare subito". A chiederlo è il consigliere regionale Giacomo Rossi, dei Civici Marche, che ha presentato un’interrogazione in Aula, spinto anche da un articolo uscito su queste pagine a settembre.

"A inizio ottobre ho partecipato a un incontro conoscitivo a Miniera di Urbino, con la Comunità del Parco – spiega –. Della questione ho parlato pure con il direttore e da lì sono maturati un approfondimento e quest’interrogazione, con cui ho chiesto alla Regione se ci fosse interesse a rilanciarlo, se fossero previsti interventi d’urgenza per mettere fine all’immobilismo politico che ne condizione l’attività e se si potessero ravvisare le condizioni per il commissariamento. Leggendo i dati riportati dal revisore dei conti, mi pare che i presupposti ci siano. Serve un reset dell’apparato dirigenziale, cosa che la Regione non può fare, ma il Ministero sì".

Il Parco, che è anche ecomuseo e tra le attività pregresse conta pure il cofinanziamento di due interventi di recupero nei siti tutelati, fu fondato nel 2005 per conservare e valorizzare il patrimonio delle miniere di zolfo marchigiano-romagnole. Al momento, comprende quelle di Urbino, Pergola, Arcevia, Sassoferrato, Talamello, Sant’Agata Feltria, Novafeltria e Cesena. Il suo operato, però, è stato di recente criticato da più parti, revisori dei conti compresi, e lo stesso assessore regionale Stefano Aguzzi, rispondendo a Rossi, afferma: "È vero che ci sia un problema di immobilismo e di tensioni interne nelle discussioni, che ho riscontrato alle riunioni, però la Regione Marche non ha chissà quale voce in capitolo. Nel Parco ci sono una Comunità, organo più che altro consultivo, e un Consiglio direttivo, che ha compiti più decisionali, e a oggi conta un presidente e un componente nominati in passato dal Ministero su indicazione delle Marche, un membro del Comune di Sassoferrato, uno di Novafeltria e uno dell’Ispra. Per quanto ho constatato, c’è una divergenza forte tra chi presiede e i componenti del Consiglio ed è vero che questo porti a un certo immobilismo, lo deduco anche dalla denuncia dei revisori dei conti, in cui si dice che buona parte dei fondi a disposizione, di provenienza ministeriale, non sia stata spesa. Il problema è evidente, ma l’abbiamo trovato così e non abbiamo tanta voce in capitolo, come Regione, se non per la mia presenza quando c’è la riunione della Comunità, di cui facciamo parte e in cui contiamo per uno. Sono abbastanza scoraggiato sulla possibilità di intervenire ora, ma a marzo occorrerà rivisitare completamente le componenti di questo organismo".

Nicola Petricca