Matteo Ricci: "Se l’odiatore fa un’offerta, ritiro la querela"

Il sindaco di Pesaro dà una possibilità al 60enne pesarese finito alla sbarra per averlo definito "sindacontagio": "Basta anche una cifra simbolica"

Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, con i suoi avvocati, a sinistra Isabella Gattini, a destra Mariangela Bressanelli, in tribunale

Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, con i suoi avvocati, a sinistra Isabella Gattini, a destra Mariangela Bressanelli, in tribunale

Pesaro, 10 gennaio 2022 - Il sindaco Ricci disposto a "perdonare" il suo hater, ma solo in cambio di un’offerta. E il giudice rinvia la decisione per concedere tempo all’imputato. Nuova udienza ieri nel processo contro Simone Montagnoli, il 60enne pesarese, accusato di aver diffamato via social il primo cittadino. Erano i primi tempi della pandemia e Montagnoli lo avrebbe definito su Facebook "sindacontagio e buffone" per via della campagna no panic che Ricci aveva lanciato, ma ritirato anche subito, non appena il Covid era esploso in tutta la sua potenza letale. Ieri il primo cittadino è stato chiamato come testimone. È stato il giudice Andrea Piersantelli a chiedergli se fosse intenzionato o meno a rimettere la querela.

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"Se Montagnoli fa un’offerta, sono pronto a ritirarla – ha detto il sindaco – per me va bene anche una transazione simbolica. Perché il nostro obiettivo è combattere l’odio. E quei soldi andranno per opere utili alla città".

Alla scorsa udienza, gli avvocati del Comune, Isabella Gattini e Mariangela Bressanelli, avevano chiesto 30mila euro di risarcimento. La procura invece la condanna a 4mila euro di multa. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Andrea Bianchi, aveva già respinto l’ipotesi di una trattativa, sostenendo che il suo assistito non è l’autore di quelle offese. E anche ieri è tornato a ribadirlo. "C’è un enorme difetto di identificazione dell’imputato – ha insistito Bianchi - visto che il sindaco stesso dice che lo conosce per nickname, ma non di persona. Montagnoli dice di essere completamente estraneo ai fatti. Ma proverò di nuovo a chiedergli di riflettere sulla trattativa".

Tempo massimo fino al 6 febbraio, giorno stabilito dal giudice per prendere atto dell’eventuale accordo. Poi spazio a repliche e sentenza. Ricci ieri ha ripercorso i giorni degli attacchi social contro di lui. "All’inizio, la nostra linea era quella di bloccare, cancellare, i post d’odio". Poi qualcosa è cambiato: "Ma quando ho ricevuto le minacce di morte con quella lettera infilata nella mia cassetta della posta, allora abbiamo deciso di passare alle denunce. Dovevamo interrompere quel clima d’odio. Scatenato poi in giorni delicati in cui la gente aveva lutti in casa. Qualcuno avrebbe potuto fare anche qualcosa di male. E le querele sono servite. Gli odiatori si sono calmati".

Il sindaco ieri ha anche ribadito la sua volontà di denunciare Montagnoli, in risposta alla difesa che ha eccepito la nullità della querela, in quanto presentata dal Comune ma senza procura speciale di Ricci.