La rivolta dei trattori: lunedì la protesta al casello A14 di Pesaro

Gli orari e il percorso del corteo degli agricoltori, le informazioni utili per gli automobilisti per evitare disagi. Il presidio fino a venerdì: le ragioni della protesta

Pesaro, 3 febbraio 2024 - Lunedì 5 febbraio va in scena lo sciopero degli agricoltori contro le condizioni attuali del settore primario, tra rincari, politiche europee e importazioni sfrenate.

Gli agricoltori della provincia di Pesaro e Urbino si ritroveranno a Pesaro, davanti al casello autostradale dell’A14, e saranno oltre un centinaio i trattori attesi da tutta la provincia, e anche dalle zone limitrofe, che si sono dati appuntamento per le 8 in quell'area.

La manifestazione degli agricoltori a Orte (ImagoE)
La manifestazione degli agricoltori a Orte (ImagoE)

Possibili dunque disagi per gli automobilisti o per chi dovrà recarsi sul posto di lavoro.

Gli organizzatori hanno avuto anche incontri con il Prefetto ed il Questore che hanno concesso ai partecipanti alla protesta di organizzare un corteo con i mezzi agricoli seguendo la strada interquartieri di Pesaro nel tratto dalla rotatoria di Case Bruciate, dove avrà luogo il presidio, fino alla rotatoria che interseca la Montelabbatese, poi è previsto il ritorno al luogo del sit in.

Il presidio sarà attivo fino a venerdì nel campo antistante la rotatoria dell'autostrada.

"Teniamo a ricordare per l’ ennesima volta che la manifestazione è assolutamente pacifica -dicono gli organizzatori - e non saranno ammesse deviazioni, blocchi stradali o qualsiasi altra azione non programmata. L'arrivo dei partecipanti al punto di raccolta è previsto per le 8 e alle 9.15 partirà il corteo. Al ritorno del corteo ci riuniremo in un'assemblea pubblica presso il nostro presidio e insieme scriveremo un documento che riporterà le nostre richieste. Il Prefetto si è reso, infatti, disponibile a presentarle al Ministro dell'Agricoltura e al Ministro degli Interni".

Per gli agricoltori che hanno pensato questa protesta in modo autonomo, senza la presenza di nessuna sigla sindacale o associazione, la situazione è grave: "I motivi per cui protestiamo oggi andranno a determinare quello che tutti ci ritroveremo nel piatto domani – spiegano -. Tutto il comparto dell'agricoltura è in crisi. L'allevamento è diventato quasi inesistente, trovare una stalla è ormai difficile ma tra costi e ricavi siamo quasi al punto che i guadagni sono sotto lo zero.

Lo stesso discorso vale per l'agricoltura: sui cereali siamo a una situazione critica, i prezzi per chi coltiva sono insostenibili, anche qui sotto lo zero. A questo dobbiamo sommare i costi alti di produzione, il caro carburante, la manutenzione dei mezzi e i danni da fauna selvatica che rendono la redditività di un raccolto nulla. 

Purtroppo le importazioni hanno distrutto il mercato e gli agricoltori italiani non possono essere competitivi con quei prezzi, ma quello che possono proporre è un prodotto di qualità, certificato da controlli molto più rigorosi rispetto agli altri stati.

Si consideri poi che molti nella nostra zona sono ormai passati alle coltivazioni biologiche, rispettando rigidi e costosi disciplinari, e questo scava ancora di più il divario con altri stati, da cui importiamo prodotti a prezzi stracciati ma che di stracciato hanno anche la qualità".