
Loreto lotta per mantenere il titolo di serie B. Baldini cerca supporto cittadino per sostenere i costi e valorizzare i giovani talenti locali.
Una corsa contro il tempo quella del Loreto, che ha due settimane per non perdere il titolo di serie B nazionale conquistato in finale contro Cagliari. Una categoria che manca in città da vent’anni, dai tempi della Falco dei Vellucci, prima che accorresse in aiuto della Vuelle nell’estate 2005, quella del fallimento. Sarebbe davvero un peccato disperdere un patrimonio così prezioso. Un presidente disposto a prendere in mano la sfida, dopo l’addio di Lorenzo Pizza si è fatto avanti, ma da solo non può farcela a sostenere i costi di un impegno così importante. Vincenzo Baldini, 57 anni, dirige un’azienda specializzata nella forniture di climatizzatori e ha un figlio di 16 anni che gioca a pallacanestro proprio nel Loreto.
"E’ così che sono arrivati a me – racconta –. Per vent’anni ho dato una mano al Basket Giovane per via dell’amicizia che mi lega a un loro dirigente, Paolo Marchionni. Sono un grande appassionato, da ragazzino ho gioito e ho pianto per la Vuelle, come tanti altri, oggi vorrei aiutare il Loreto a non rinunciare al successo ottenuto sul campo grazie alle capacità di un dirigente preparato come Federico Ligi, che sta lavorando come un matto per non arrendersi, e alla visione di Lorenzo Pizza, che ha raggiunto il traguardo che si era prefisso, ma ora non intende più proseguire. Io non ho i suoi mezzi economici, altrimenti provvederei da solo senza chiedere niente a nessuno, ma la B è il terzo campionato nazionale e serve la spinta di tutta la città. In cambio possiamo offrire una vetrina importante agli imprenditori locali che vorranno affiancarci in quest’avventura".
Baldini, però, non vuole mettersi in conflitto con nessuno: "Ci mancherebbe, la Vuelle è come la mamma: tutte le altre squadre pesaresi guardano a lei come un punto di riferimento, non ha senso mettersi in un atteggiamento di contrapposizione: vivere queste esperienze minori è comunque meraviglioso, ci sono le stesse emozioni nel vedere i giocatori fare gruppo e vincere regala le stesse soddisfazioni. I tifosi? Vanno coltivati nel tempo, con pazienza e costanza. Forse in questo Loreto mancava un po’ di pesaresità, che dobbiamo aumentare perché nelle minors ha senso che giochino anche i ragazzi del posto. Se riuscissimo ad iscriverci alla B nazionale potremmo essere un club dove i talenti che escono dalle giovanili abbiano la possibilità di mettersi alla prova senza dover lasciare Pesaro".
E quando pensa ai giovani, fa riferimento anche a quelli prodotti in proprio: "Abbiamo un florido vivaio con un centinaio di ragazzi, alcuni veramente interessanti coi quali lavora un responsabile del settore giovanile veramente in gamba e con tanta esperienza come Andrej Rinolfi, che va in palestra con entusiasmo, come se fosse sempre il primo giorno".
Intanto la vecchia ‘guardia’ che ha vestito la maglia di questa gloriosa società osserva con speranza la situazione, uno per tutti Fabrizio Pagnini: "Ho dedicato 52 anni della mia vita al Loreto, 17 da giocatore e gli altri 35 come dirigente. Nel 1971 ricevemmo una medaglietta d’oro per la promozione dalla D alla C, io avevo 16 anni, da quel giorno la porto al collo insieme al crocifisso, per dire quanto ci tengo – dice Pagnini, conosciuto nell’ambiente come ‘Blecchia’ -. Pizza ha costruito le fondamenta, ma ora c’è da tirar su la casa e sarebbe un peccato lasciarla a metà proprio quest’anno che il Loreto festeggia i 60 di vita".
Elisabetta Ferri
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