Sosta premiata: Repesa ritrova la Vuelle

Il coach, di ritorno dalla Croazia, ha potuto reintegrare gli atleti reduci dalla quarantena per il virus e portarli al livello degli altri

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La sosta per le nazionali è arrivata al momento giusto per la Vuelle che ha potuto reintegrare gli atleti colpiti dal Covid e rimetterli in pari con gli altri. Come racconta coach Repesa, reduce da un viaggio in Croazia piuttosto faticoso, in auto fino a Dubrovnik e ritorno.

"Abbiamo sfruttato molto bene queste due settimane, specie la prima dove è stato impostato un lavoro differenziato con il preparatore – spiega il tecnico della Carpegna Prosciutto –. Qualcuno aveva giocato troppo nelle ultime partite quando eravamo incompleti, mentre altri venivano da tanti giorni di semi-inattività in casa, quindi non era possibile spingere tutti nello stesso modo. La bravura del mio staff è stata quella di aver riportato tutti allo stesso livello fisico, così che la seconda settimana di lavoro, quella che ci ha portato verso Treviso è stata affrontata molto bene". E aggiunge: "Come sempre, noi dedichiamo i primi giorni della settimana a migliorare i meccanismi del nostro sistema di gioco, mentre gli ultimi allo studio dell’avversario e alle contromisure".

Con Repesa è sempre possibile spaziare a tutto campo: impossibile, perciò, non chiedergli del ritorno di Belinelli a Bologna, che con lui vinse lo scudetto, ma alla Fortitudo. "Innanzitutto per il movimento è un fatto molto positivo che un giocatore italiano di questo livello torni in patria: il campionato diventa più prestigioso e seguito, oltre che più forte. Belinelli ha scelto la Virtus e la sua scelta va rispettata, che piaccia o meno. Non voglio entrare in certi discorsi, gli voglio bene, quindi lo rispetto".

Ha allenato nelle città più importanti del nostro paese dal punto di vista cestistico, Repesa, quindi anche le difficoltà di Roma non lo lasciano indifferente: che ne pensa? "Che sarebbe un peccato perdere una piazza del genere – risponde –. La famiglia Toti ha investito moltissimo sul basket e il pensiero di veder sparire quel patrimonio è triste. Poi, certo, mi seccherebbe perdere due punti che abbiamo guadagnato in modo giusto, così come le altre squadre che hanno battuto Roma; mentre chi è stato sconfitto da Roma alla fine ne trae un vantaggio".

Domani vi aspetta Treviso, altra sua ex squadra: come l’ha vista giovedì nel recupero con Reggio Emilia? "Un primo tempo tirato ed un secondo tempo in cui Taylor, con due-tre triple non facili da segnare, ha cambiato la partita. Reggio ha vinto con pieno merito".

Così come Delfino lo è per Pesaro, David Logan, nonostante sia della stessa classe (’82) rimane il giocatore chiave della De Longhi: concorda? "Sì, lui è la prima opzione e lo trovo naturale perché ha qualità ed esperienza di primissimo livello. Fermarlo è difficile, ma si può provare ad abbassare le sue percentuali di tiro, che quest’anno sono eccellenti: ha il 60% da due e il 45% da tre. Ma non c’è solo lui a cui fare attenzione – conclude Repesa –. Devo fare i complimenti a coach Menetti per come giocano, veramente bene: con un sistema offensivo organizzato e vario ed una difesa aggressiva, che cambia spesso volto".

Elisabetta Ferri