MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Pierina e le chiacchiere

Tre numeri. Cominciamo dal 7, i mesi trascorsi da quando è stato compiuto l'omicidio. Poi 29: le coltellate inflitte alla povera vittima. Infine 0: le persone indagate.

Parlano e straparlano tutti, ma forse sarebbe meglio tacere visto che la morte di Pierina Paganelli, la donna di 78 anni barbaramente uccisa lo scorso 3 ottobre nella sua Rimini, nel garage condominiale, resta un giallo. Un sempre più misterioso giallo.

Chi è l'assassino? O dobbiamo pensare a un'assassina? Ognuno, a Rimini, ha una sua verità, ma l’unica  verità vera è che ancora magistrati e forze dell'ordine non hanno in mano il necessario per poter stringere il cerchio. Speriamo che, come si dice in gergo, non brancolino nel buio. 

I figli della donna ci hanno detto che la verità è vicina, sono fiduciosi e confidano sul fatto che presto sapremo tutto, il  che presume che qualcuno verrà indagato o arrestato. Ce lo auguriamo. In contemporanea il consulente di Manuela (Manuela è la nuora della vittima), sostiene che bisogna allargare il raggio e fare il Dna a tutti i condomini del palazzo, palazzo che è un mezzo alveare.

In questa storia incredibile e balorda è successo un po' di tutto, sono finiti in primo piano vicini di casa e presunti amanti, soldi e religione, testimoni di Geova e gelosie, aggressioni misteriose e pure uno strano incidente, giusto un anno fa, a un figlio della vittima.

Tante, troppe voci attorno al corpo, martoriato, di una povera donna ammazzata. Quel corpo reclama giustizia. Punto.