Sir, ecco i robot per l’industria: "La fantasia è la nostra forza"

La società modenese "automatizza processi": "Vogliamo allargarci ancora all’estero"

Carpi (Modena), 11 aprile 2023 – "Inventiamo, progettiamo, costruiamo": questi i pilastri della Sir (Soluzioni industriali robotizzate) di Modena, realtà che automatizza processi di lavorazione complessi per i comparti più disparati: automotive, fonderia, aereospaziale, industria dei compositi e delle plastiche, logistica. "L’intuizione e l’esperienza, unite alla fantasia tecnica, sono gli ingredienti da cui nascono le nostre soluzioni", come illustra il ceo, Davide Passoni.

Robot Made in Italy, partendo da un foglio bianco e una matita: come nasce Sir?

"Tutto ha inizio nel 1984 a Modena grazie all’intuizione di mio padre Luciano, laureato ad honorem in ingegneria meccanica e innamoratosi del mondo della robotica. Ha voluto fondare nella sua terra una realtà che unisse le competenze della progettazione meccanica a quelle di uno studio di progettazione elettrica e di un’azienda di software: un progetto rivoluzionario per gli anni Ottanta. L’iniziativa mostrò subito le proprie potenzialità di successo, quando a partire da un semplice foglio bianco e una matita, i progettisti Sir crearono il primo robot antropomorfo a 6 assi (Tomcat) nonché una gamma di robot cartesiani. Inizialmente le soluzioni comprendevano anche robot fabbricati internamente".

Quali i passaggi della vostra evoluzione?

"Negli anni ci siamo specializzati sulla vera sfida: integrare i robot in soluzioni industriali complete, customizzate, concentrandosi su tutte le parti non standard per trasformare complessi e gravosi processi manuali in automazioni. Ma grazie a quella fase aziendale iniziale, in cui si costruivano da zero anche i robot presenti nelle soluzioni di automazione proposte, il know-how di Sir comprende la conoscenza profonda del funzionamento dei robot. Un vantaggio che distingue dagli altri integratori di robot della concorrenza. A oggi, Sir progetta e implementa soluzioni robotizzate per molteplici settori industriali, utilizzando i robot dei brand internazionali più noti (ABB, Fanuc, Kuka) per automatizzare i processi ad elevata complessità".

Quali capisaldi avete mantenuto?

"Sicuramente la fantasia tecnica, quella creatività tipicamente italiana di pensare fuori dagli schemi e trovare una soluzione innovativa a problemi mai risolti prima. Non a caso le multinazionali ci cercano, tant’è che il 2022 ha visto la percentuale di quota export raggiungere il 70%".

Progetti futuri?

"Puntiamo all’internazionalizzazione: abbiamo in progetto una crescita dell’organico, che si è tradotta nell’ultimo anno in una nuova sede a Sacramento in California (si aggiunge alle sedi tedesca e cinese), e in una nuova palazzina in costruzione a Modena".