Casa della salute di Russi, il cortile è pieno di buche

Nella Casa della salute di Russi, la convivenza tra anziani e lattanti crea un ambiente familiare, caratterizzato da comunicazioni disordinate e informali. Tuttavia, le precarie condizioni di accesso rappresentano un grave rischio per la sicurezza dei pazienti anziani.

Alla Casa della salute di Russi si conoscono tutti: è uno degli aspetti di vita caratteristico dei piccoli paesi. E tutti si accolgono tra loro con un “Cóma andêgna?”, come andiamo, perché qui tra persone di una certa età il dialetto è d’obbligo. E persone di una certa età ce ne sono tante, frammiste però a mamme, carrozzine e bebè. Una popolazione piuttosto polarizzata fra anziani e lattanti, e tra questi ultimi tante etnie diverse a riprova che già siamo una società multietnica. Alla Casa della salute di Russi si ritrova l’anarchico, disordinato sistema di comunicazione tipico delle nostre sedi Ausl: ai cartelli informativi ufficiali, redatti in un verdolino smalvito, si aggiunge una pletora di fogli formato A3, infilati in buste trasparenti, scritti con i caratteri più disparati, con cui ogni servizio, ogni ufficio, ogni ambulatorio rende noto al pubblico variazioni d’orario, turni e giorni di chiusura, assenze o presenze professionali, documenti da produrre, richieste da espletare, preghiere di ingressi uno alla volta, distanze di sicurezza da mantenere tra gli utenti, modalità di esenzioni ticket: un inesauribile e a volte contraddittorio flusso informativo che ritengo pochi leggano, poiché qui il rapporto personale è diretto e si preferisce bussare, entrare e chiedere: perché si conoscono tutti, come ho già detto.

Questo conoscersi crea negli spazi comuni momenti d’informazione medica sui reciproci motivi per cui si è lì, ed è uno scambio di diagnosi e terapie, ovviamente in dialetto, spesso espresse ad alta voce per un certo indurimento dei timpani dovuto all’età. Capita di sentire qualcuno lamentarsi delle analisi del sangue in cui gli hanno trovato “e’polistirol” alto, ma va bene così e il clima casalingo si conferma. Un clima positivo, quasi rilassante nonostante la necessità medicale e terapeutica che ci obbliga alla presenza nel luogo. La nota negativa, ed è molto negativa, è rappresentata dalle condizioni dell’accesso da via don Giovanni Minzoni e del cortile o parcheggio susseguente: un dedalo di buche e avvallamenti, un macadam sconnesso che mette a repentaglio non tanto le sospensioni di automobili e ambulanze, quanto la salute delle persone più anziane. C’è letteralmente da accopparsi e bisogna usare attenzione a non inciampare e cadere, magari fratturandosi un femore. Qualcuno vuole risolvere l’indecorosa, pericolosa situazione, per favore?